Emmanuel ha solo 12 anni e non si è ancora ripreso dall'esperienza terribile che si è trovato a vivere sulla propria pelle per il solo motivo di essere cristiano.
La minaccia
Il ragazzino, originario della contea di Kaderuna, nell'Uganda dell'est, stava ritornando a casa quando ha incontrato un gruppo di quattro persone che gli ha sbarrato la strada. I quattro gli erano noti per essere estremisti islamici. Ad Emmanuel, cresciuto in una famiglia cristiana del villaggio di Moru, i malintenzionati hanno chiesto di convertirsi all'Islam, presentando la loro come “una buona religione” che gli avrebbe consentito di “andare in paradiso”.
L'aggressione
Di fronte al rifiuto del ragazzino, gli estremisti sono diventati violenti ed hanno iniziato a schiaffeggiarlo e a minacciarlo di morte. Quando Emmanuel ha iniziato ad urlare per attirare l'attenzione, i quattro sono passati alle maniere forti e lo hanno trascinato in una piantagione di manioca. Qui, al riparo da sguardi indiscreti, il ragazzo cristiano ha subito un tentativo di strangolamento. I suoi assalitori lo hanno aggredito con il cloroformio, cercando di provocarne il soffocamento. Se ne sono poi andati, lasciandolo agonizzante per terra.
I segni della violenza
Emmanuel è stato soccorso e ancora oggi fa fatica a parlare per via del liquido utilizzato dai suoi assalitori. Sul collo del ragazzo non sono ancora andati via i segni del tentativo di strangolamento subito. L'episodio è accaduto alcuni mesi fa ma il “The Washington Times”, che ne dà notizia, lo ha riportato solo pochi giorni fa. Il padre ha confessato che lui stesso in passato aveva subito minacce dai quattro estremisti: “o ti converti all'Islam – gli era stato detto – o te ne vai dal villaggio“. Proprio questi avvertimenti avevano messo in allerta la famiglia: il giorno dell'aggressione, non vedendo ritornare a casa il ragazzo, il padre ed altri abitanti del villaggio avevano formato una squadra di ricerca che, sentendo un pianto disperato provenire dalla piantagione di manioca, era riuscita a soccorrere il ragazzo, evitando un finale ancora più tragico a quest'ennesima storia di persecuzione ai danni dei cristiani ugandesi.