Il Pontefice ha concesso oggi Udienza al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Il discorso del Papa si è concentrato a rimarcare la necessità di combattere disuguaglianze ed ingiustizie nel mondo. Richiamandosi al suo messaggio per la Giornata mondiale per la pace, il Santo Padre ha chiesto “alla politica (…) di essere lungimirante e di non limitarsi a cercare soluzioni di corto respiro“. “Il buon politico – ha detto Bergoglio – non deve occupare spazi, ma avviare processi; egli è chiamato a far prevalere l'unità sul conflitto, alla cui base vi è 'la solidarietà, intesa nel suo significato più profondo e di sfida'”. Essa, ha aggiunto il Pontefice, “diventa così uno stile di costruzione della storia, un ambito vitale dove i conflitti, le tensioni e gli opposti possono raggiungere una pluriforme unità che genera nuova vita”.
Integrazione dei migranti
Se ieri aveva indirizzato un richiamo ai Paesi Ue a farsi carico del dramma vissuto da 49 migranti in mare, oggi Francesco è voluto ritornare sul tema. “Tra i deboli del nostro tempo che la comunità internazionale è chiamata a difendere ci sono, insieme ai rifugiati, anche i migranti“, ha osservato Bergoglio. “Ancora una volta desidero richiamare l'attenzione dei governi affinché si presti aiuto a quanti sono dovuti emigrare a causa del flagello della povertà, di ogni genere di violenza e di persecuzione, come pure delle catastrofi naturali e degli sconvolgimenti climatici, e affinché si facilitino le misure che permettono la loro integrazione sociale nei Paesi di accoglienza”. Il Pontefice ha fatto una considerazione di ampio respiro sul tema più scottante dei nostri tempi, dicendosi “consapevole che le ondate migratorie di questi anni hanno causato diffidenza e preoccupazione tra la popolazione di molti Paesi, specialmente in Europa e nel Nord America, e ciò ha spinto diversi governi a limitare fortemente i flussi in entrata, anche se in transito”. “Tuttavia – ha proseguito il Papa – ritengo che a una questione così universale non si possano dare soluzioni parziali. Le recenti emergenze hanno mostrato che è necessaria una risposta comune, concertata da tutti i Paesi, senza preclusioni e nel rispetto di ogni legittima istanza, sia degli Stati, sia dei migranti e dei rifugiati”.
Contro il nazionalismo
Facendo un paragone tra la situazione odierna e quella di un preciso periodo del passato, il Papa ha rievocato quanto accadde nel primo Dopoguerra: “Le propensioni populistiche e nazionalistiche prevalsero sull’azione della Società delle Nazioni”. “Il riapparire oggi di tali pulsioni – ha continuato Bergoglio – sta progressivamente indebolendo il sistema multilaterale, con l’esito di una generale mancanza di fiducia, di una crisi di credibilità della politica internazionale e di una progressiva marginalizzazione dei membri più vulnerabili della famiglia delle nazioni”. Ci sono dei limiti nel sistema di cooperazione internazionale; Papa Francesco ha osservato come i cittadini “percepiscono le dinamiche e le regole che governano la comunità internazionale come lente, astratte e in ultima analisi lontane dalle loro effettive necessità”. Occorre, dunque, “che le personalità politiche ascoltino le voci dei propri popoli e che ricerchino soluzioni concrete per favorirne il maggior bene”.
I Global Compacts
Il Pontefice non ha mancato di rivendicare l'impegno della Santa Sede in favore dei due Global Compacts: “La Santa Sede – ha detto il Papa – si è adoperata attivamente nei negoziati e per l'adozione dei due Global Compacts sui Rifugiati e sulla Migrazione sicura, ordinata e regolare”. Menzione speciale per “il Patto sulle migrazioni” che, secondo Bergoglio, “costituisce un importante passo avanti per la comunità internazionale che, nell'ambito delle Nazioni Unite, affronta per la prima volta a livello multilaterale il tema in un documento di rilievo”. “Nonostante la non-obbligatorietà giuridica di questi documenti e l'assenza di vari governi alla recente Conferenza delle Nazioni Unite a Marrakech – ha proseguito – i due Compacts saranno importanti punti di riferimento per l'impegno politico e per l'azione concreta di organizzazioni internazionali, legislatori e politici, come pure per coloro che sono impegnati per una gestione più responsabile, coordinata e sicura delle situazioni che riguardano i rifugiati e i migranti a vario titolo”. Francesco ha specificato i motivi dell'apprezzamento per i due documenti: “Di entrambi i Patti – ha osservato il Papa – la Santa Sede apprezza l'intento e il carattere che ne facilita la messa in pratica, pur avendo espresso riserve circa quei documenti, richiamati nel Patto riguardante le migrazioni, che contengono terminologie e linee guida non corrispondenti ai suoi principi circa la vita e i diritti delle persone”.