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Anche Salvini contro Parigi

Dopo Di Maio e Di Battista, è il ministro dell'Interno Salvini ad alimentare il fuoco della polemica sulla questione del Franco delle colonie, accese dal vicepremier pentastellato e dall'ex deputato nei giorni scorsi indicando il procedimento di stampa della carta moneta in uso nelle ex colonie per 14 Stati africani come un metodo per pagare parte del debito pubblico di Parigi. Il problema dei migranti, ha spiegato Salvini a Mattino 5, “ha tante cause: c'è chi in Africa sottrae ricchezza a quei popoli e a quel continente e la Francia è tra questi”. Parlando del tema delle migrazioni, il vicepremier ha ribadito che i migranti “si salvano, come ha fatto la guardia costiera libica, e si riportano indietro così la gente smetterà di pagare gli scafisti per un viaggio che non ha futuro, perché finisce o con la morte o con un'esistenza per le strade italiane”. Dichiarazioni che accompagnano la conferma della chiusura dei porti ai barconi dei migranti e alle Ong: “Più persone partono più persone muoiono. Chi vuole bene all'Africa fa di tutto perché non partano”.

Salvini: “Noi un popolo solidale”

La fermezza sul tema migranti fa da eco alla polemica con Parigi: “Non prendiamo lezioni dalla Francia che ha respinto in questi anni decine di migliaia di migranti alla frontiera di Ventimiglia, compresi donne e bambini, riportandone alcuni di notte nei boschi piemontesi e lasciandoli, come se fossero bestie. Quindi lezioni da Macron non ne prendo”. Ma non solo: secondo il vicepremier leghista, “in Libia la Francia non ha nessun interesse a stabilitare la situazione, perché ha interessi petroliferi opposti a quelli italiani. Io ho l'orgoglio di governare un popolo generoso, solidale, accogliente e lezioni di bontà e generosità non ne prendiamo da nessuno, men che meno dal signor Macron”.

La critica di Moscovici

Dichiarazioni che mantengono vivo il contenzioso aperto con la Francia dal collega pentastellato, le cui parole sono state duramente criticate dal governo francese tanto che, per ottenere chiarimenti, si è arrivati alla convocazione dell'ambasciatore italiano. Poco dopo, anche il commissario per gli Affari economici dell'Ue, Pierre Moscovici, aveva bollato le affermazioni di Di Maio come “somiglianti a provocazioni perché il contenuto è vuoto o irresponsabile”.

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