Se ci fosse stata intesa tra le due anime del Governo sulla questione delle trivelle, già oggi sarebbe arrivata la decisione sul decreto Semplificazioni nelle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato che blocca le concessioni per le trivellazioni nel mar Adriatico. E invece Lega e M5s hanno deciso di rinviare l'esame del testo a domani, nella speranza – attualmente molto flebile – che si trovi una soluzione al nodo delle autorizzazioni: gli esponenti del Carroccio sarebbero anche favorevoli a una sospensione di 18 mesi, stando a quanto viene riferito, ma pretendeno che l'aumento dei canoni sia compatibile con la tenuta della aziende coinvolte.
Lo scontro
Più dura la posizione del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, che coincide con quella dei 5Stelle: “Sono per il no alle trivelle, le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza”, ha affermato intervenendo a un evento a Pescara. A Costa ha replicato il sottosegretario leghista all'Economia, Massimo Garavaglia. “Bisogna distinguere il piano: c'è un piano politico e un piano tecnico. Se il Parlamento politicamente prende una decisione, quale che sia, il ministro non può che prenderne atto“, ha scandito l'esponente leghista. “Lo stallo” sulle trivelle, ha aggiunto Garavaglia, “va risolto politicamente: deciderà il Parlamento. Noi l'attenzione che poniamo è a trovare una posizione equilibrata che eviti la chiusura di siti produttivi e quindi conseguentemente la perdita di posti di lavoro. L'importante è non fare danni”.
L'appello del sindaco di Ravenna
“A nome di tutto il comparto economico dell'offshore, lavoratori e imprese che insieme a me hanno sottoscritto un appello pubblico, chiedo al vicepremier Matteo Salvini, anche in qualità di segretario della Lega, di fermare l'approvazione di un provvedimento demagogico che metterà in crisi uno dei settori economici più importanti del nostro Paese”: è l'appello lanciato dal sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale, per fermare l'emendamento al decreto Semplificazione che blocca le concessioni per le trivellazioni. “Il gas naturale è la fonte fossile meno inquinante e proprio per questo – ha affermato il sindaco – è essenziale per accompagnarci nell'urgente transizione verso le energie rinnovabili. L'emendamento proposto non va in questa direzione ma comporterà la perdita di migliaia di posti di lavoro, mettendo in difficoltà altrettante famiglie, aumenterà i costi dell'energia e costringerà l'Italia a dipendere esclusivamente da fonti importate per l'approvvigionamento di energia, negandole un futuro di maggiore sicurezza e costringendola all'asservimento alle multinazionali”.