In Venezuela non c'è il rischio di una guerra civile. Ne è convinto l'autoproclamato presidente Juan Guaidò, intervistato dal Pais.
Oppositore
“In Venezuela non c'é il rischio di una guerra civile, come vuole far intendere qualcuno – ha detto – perché il 90% della popolazione chiede il cambiamento”. Nondimeno, Guaidò avverte che permane “il rischio di violenza” da parte “di Maduro e del suo regime”, che utilizzano “forze speciali della polizia e paramilitari”. Aggiunge il presidente “autoproclamato” che sono state “assassinati decine di giovani in una settimana”.
Il capo dell'opposizione, che in un articolo pubblicato dal New York Times ha accennato a “contatti segreti” tenuti con alcuni militari alle più alte sfere, ha anche affrontato il tema del rapporto con le forze armate: “L'espressione del malcontento delle forze armate sarà totale, e non soltanto perché stiamo offrendo amnistie e garanzie”.
Giornalisti arrestati
Reporter senza frontiere ha chiesto, intanto, il rilascio immediato di tre reporter dell'agenzia spagnola Efe e del loro autista e di due cronisti del programma televisivo francese Quotidien, finiti in manette nelle scorse ore. “L'arresto dei giornalisti stranieri è estremamente inquietante” ha detto il segretario generale di Rsf, Christophe Deloire a Efe. “Conosciamo – ha aggiunto – le pratiche del regime di Nicolas Maduro in materia di detenzioni arbitrarie”. In Venezuela, ha denunciato, “c'è un grave peggioramento delle condizioni dell'informazione”.
Deloire ha anche ricordato che i giornalisti fermati “non sono rappresentanti dei loro governi, e non devono essere né protagonisti né vittime di questa crisi politica”. Anche il governo spagnolo ha chiesto il rilascio dei cronisti. “Il governo chiede nuovamente alle autorità venezuelane di rispettare lo stato di diritto – si legge in una nota del ministero degli Esteri – i diritti umani e le libertà fondamentali, di cui la libertà di stampa è un elemento centrale“.