Il caso Sea Watch 3 ha messo in evidenza ancora una volta che quello dei migranti è il tema di maggiore attualità nell'Italia e nell'Europa contemporanea.
Il documento
Qual è l'approccio da adottare di fronte ad una sfida di questa portata? Alcune linee guida per quanto riguarda una risposta sul territorio viene fornita dall'Arcidiocesi di Genova che, tramite Migrates e Caritas, ha proposto un documento dal titolo “Persone straniere residenti e migranti; Cosa è bene sapere”. Il testo, diviso in due parti, si presenta come un “focus per capire meglio le persone migranti, il sistema di accoglienza e il decreto immigrazione“.
Le informazioni
Uno strumento utile per conoscere il fenomeno ed affrontarlo. Una fotografia anche della situazione occupazionale in cui si trovano a vivere gli immigrati presenti in Italia: ad esempio, nel documento si legge: “su 2.423.000 occupati stranieri nel 2017 (10,5% di tutti gli occupati in Italia), due terzi svolgono professioni poco qualificate o operaie. “I lavoratori immigrati restano ancora schiacciati nelle nicchie di mercato caratterizzate da impieghi pesanti, precari, discontinui, poco retribuiti, spesso stagionali e caratterizzati da sacche di lavoro”. Vengono affrontate anche le questione legate ai costi: Il costo per lo Stato Italiano dell’accoglienza delle persone migranti è pari allo 0.2% del Pil, circa 3 miliardi di euro all’anno. Prima della conversione in legge del c.d. Decreto Immigrazione 4 ottobre 2018, 35 euro al giorno era la cifra che lo Stato riconosceva ai centri di accoglienza per garantire al singolo richiedente asilo i costi per servizi di prima necessità, progetti finalizzati all’integrazione sul territorio, personale, strutture, etc.. Di quella somma, le persone migranti ricevevano 2.5 euro al giorno. I restanti 32,5 finivano nelle economie territoriali (affitti immobili, cibo, utenze, personale qualificato, etc.). Per contro, gli stranieri regolari in Italia portano alle casse dello Stato circa 8 miliardi di euro di contributi fiscali all’anno”.