No di Nicolas Maduro al documento finale della riunione a Montevideo del Gruppo di Contatto, che chiede “elezioni presidenziali libere” in Venezuela.
Rifiuto
“Rifiutiamo la parzialità” del documento, “ma sono pronto e disposto a ricevere qualsiasi inviato” di questo blocco di Paesi europei e latinoamericani, ha dichiarato Maduro. Il Gruppo ieri aveva invocato elezioni presidenziali, annunciando l'invio di una “missione tecnica” in Venezuela per incontrare le parti con l'obiettivo di “stabilire le garanzie necessarie per un processo elettorale credibile nel più breve tempo possibile”.
No agli aiuti
Maduro ha anche detto che “impedirà lo show degli aiuti umanitari“. Il riferimento è ai beni alimentari e ai medicinali che sono cominciati ad arrivare alla frontiera tra tra Colombia e Venezuela. “Non tollereremo questo show del presunto aiuto umanitario, perché non siamo mendicanti di nessuno” ha aggiunto.
La denuncia
Il ministero degli Esteri venezuelano ha, intanto, denunciato attacchi informatici ai danni delle sue ambasciate in Messico e Argentina a favore dell'oppositore Juan Guaidò. Sui siti delle rispettive rappresentanze diplomatiche sarebbero stati pubblicati falsi messaggi per annunciare il riconoscimento dell'autorità dell'autoproclamato presidente ad interim. Inoltre la stampa pro-governativa venezuelana ha riferito di cyber-attacchi sulle pagine web delle rappresentanze diplomatiche in Brasile, Canada, Colombia, Russia, Uruguay, Guatemala, Italia, Egitto e Costa Rica, sempre a favore di Guaido. Per il ministero degli Esteri di Caracas l'hackeraggio dei siti rappresenta una “politica criminale di sabotaggio” per attaccare il potere di Maduro. Sulla pagina dell'ambasciata con sede a Buenos Aires è rimasto per diverse ore un falso comunicato a firma dell'incaricato d'affari in Argentina, Juan Josè Valero, che diceva di riconoscere il Parlamento come “unico organo legittimo” del Venezuela, “in conformità con le decisioni di altri diplomatici venezuelani nella regione”.