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La preghiera del Papa: “Uniamo le forze contro la tratta”

Insieme contro la tratta, non dimenticare questo. Invita ad unire le forze per vincere questa sfida. Ringrazio tutti coloro che combattono su questo fronte, in particolare tante religiose”. Ricorda nuovamente l'importanza della lotta contro il traffico di esseri umani Papa Francesco, al termine del suo Angelus domenicale, facendo appello affinché “siano affrontate con decisione le cause di tale piaga e siano protette le vittime”, collaborando tutti “denunciando i casi di sfruttamento e schiavitù di uomini, donne e bambini”, traendo la forza per farlo dalla preghiera. Nel corso dell'Angelus, il Santo Padre ha ricordato l'episodio evangelico della chiamata di san Pietro, trovato da Gesù “affaticato e deluso, perché quella notte non avevano pescato nulla”. Sorprendendolo, Gesù sale sulla sua barca e lo invita a spingersi più al largo, perché vuole parlare alla gente sulla riva: “Le sue parole riaprono alla fiducia anche il cuore di Simone. Allora Gesù, con un’altra 'mossa' sorprendente, gli dice: 'Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca'”.

La pesca

Simone pone “un'obiezione” sulla inutile notte trascorsa a pesca tornando con le reti vuote ma, ispirato dalla presenza di Gesù, getta le reti “sulla sua parola”. Questa, ha spiegato il Pontefice, “è la risposta della fede, che anche noi siamo chiamati a dare; è l’atteggiamento di disponibilità che il Signore chiede a tutti i suoi discepoli, soprattutto a quanti hanno compiti di responsabilità nella Chiesa. E l’obbedienza fiduciosa di Pietro genera un risultato prodigioso”, una pesca fruttuosa, “miracolosa, segno della potenza della parola di Gesù: quando ci mettiamo con generosità al suo servizio, Egli compie in noi cose grandi. Così agisce con ciascuno di noi: ci chiede di accoglierlo sulla barca della nostra vita, per ripartire con Lui e solcare un nuovo mare, che si rivela carico di sorprese”.

Il miracolo più grande

L'invito a uscire “nel mare aperto dell'umanità del nostro tempo” è quello a “essere testimoni di bontà e di misericordia, dà senso nuovo alla nostra esistenza, che rischia spesso di appiattirsi su sé stessa. A volte possiamo rimanere sorpresi e titubanti di fronte alla chiamata che ci rivolge il Maestro divino, e siamo tentati di rifiutarla a motivo della nostra inadeguatezza”, come accadde anche a Pietro “dopo quella pesca incredibile: 'Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore'”. Una preghiera umile, pronunciata in ginocchio “davanti a Colui che ormai riconosce come 'Signore'. E Gesù lo incoraggia… perché Dio, se ci fidiamo di Lui, ci libera dal nostro peccato e ci apre davanti un orizzonte nuovo: collaborare alla sua missione”. E il miracolo più grande compiuto da Gesù per Simone e gli altri pescatori “non è tanto la rete piena di pesci, quanto l’averli aiutati a non cadere vittime della delusione e dello scoraggiamento di fronte alle sconfitte. Li ha aperti a diventare annunciatori e testimoni della sua parola e del regno di Dio. E la risposta dei discepoli è stata pronta e totale”.

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