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Il sistema sanitario è nel caos. Servono subito medici

E'sempre più in crisi il sistema sanitario italiano, e nei prossimi anni la situazione è destinata ad aggravarsi. A dare l’allarme Anaao Assomed. Per il sindacato dei medici, “il depauperamento degli organici è certamente conseguente alla crisi economica e all'imposizione del vincolo nazionale della spesa per il personale sanitario, che ha avuto come inevitabile esito il mancato adeguamento delle dotazioni organiche”. Tuttavia, la mancanza di medici specialisti all'interno del Servizio sanitario nazionale e l'accelerazione del loro pensionamento, sono realtà che stanno rapidamente assumendo i contorni di “una vera emergenza nazionale cui vanno posti correttivi rapidi ed adeguati”.

La ricerca di Anaao Assomed

Secondo i dati forniti dal sindacato, si laureerano circa 10 mila medici ogni anno, ma il numero di contratti di formazione post lauream, che solo nel 2018 è arrivato a circa 7 mila, è da tempo insufficiente a coprire la richiesta. Ciò fa si che moltissimi giovani medici laureati siano costretti a ritentare l'ammissione alle scuole di specialità l'anno successivo o a lasciare il Paese, regalando ad altre nazioni, in particolare al Regno Unito, alla Germania, alla Svizzera e alla Francia, livelli di professionalità molto elevate. A questo si aggiunge la carenza di vocazioni verso determinate branche specialistiche, testimoniate dal recente censimento dell'Associazione liberi specializzandi. Da tale studio, risulta che alcune specialità chirurgiche sono scarsamente appetibili, come la chirurgia toracica (assegnate il 15,1% delle borse), la chirurgia generale (31%), la chirurgia vascolare (34,4%) e l'ortopedia e traumatologia (47,2%). Ma anche la medicina d’urgenza (32,8%), e l'anestesia e rianimazione (40,2%). Risultavano invece saturati i posti in chirurgia plastica, dermatologia, oculistica, endocrinologia, pediatria, oftalmologia e cardiologia, discipline che aprono sbocchi di carriera anche nel privato, con prospettiva di maggior guadagno e di una migliore qualità di vita.

Che fare, dunque?

Ad aggravare la carenza di camici bianchi, c'è poi Quota100, che prevede il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 38 di contributi. Attualmente i dirigenti medici escono dal sistema con una età media di 65 anni. Secondo il governo sarebbe necessario, come più volte indicato dalla ministra Grillo, abolire il numero chiuso a medicina, e aumentare il numero delle borse di specializzazione, aprendo anche la possibilità di usufruire degli stessi specialisti dal terzo anno in poi, in accordo con gli atenei.

 

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