Aggressori armati hanno attaccato oggi un centro per la cura dell'Ebola a Butembo, nell'est della Repubblica Democratica del Congo, focolaio dell'epidemia nel Paese. Negli scontri, stando alle autorità locali, è rimasto ucciso un poliziotto mentre la struttura è stata data alle fiamme e parzialmente distrutta. Il centro era già stato attaccato tempo fa e riaperto solo il mese scorso, in febbraio. Non si conoscono ancora le cause dell'attacco.
Attività sospese
Per tale motivo, l'organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) ha deciso di sospendere le attività nel proprio Centro di trattamento Ebola. La risposta alle emergenze è una delle attività principali per MSF nella Repubblica Democratica del Congo. Butembo e Katwa sono attualmente gli epicentri dell'epidemia di Ebola dichiarata il 1° agosto 2018 come la seconda peggiore epidemia nella storia della malattia.
“L’epidemia di ebola in Congo sfugge ancora al controllo: gli sforzi per contenerla stanno fallendo”, ha dichiarato Joanne Liu, presidente di Medici Senza Frontiere, di ritorno dal Nord Kivu, nel Nord-est della Repubblica Democratica del Congo, dove l'ebola ha già procurato 569 morti su 907 infetti. La malattia da virus Ebola (in inglese “ebola virus disease” o “EVD”) colpisce gli umani con una febbre emorragica con un tasso di letalità molto alto.
Il Centro di trattamento MSF a Butembo poteva accogliere 96 pazienti mentre quello di Katwa contava 62 posti letto. Dall’inizio delle attività, MSF ha assistito più di 2.100 pazienti in questi due centri, con 250 casi confermati di Ebola e 110 pazienti guariti. MSF gestisce anche Centri di transito a Beni e Bwana Sura (distretto sanitario di Komanda) e un centro di isolamento a Bunia. MSF ha anche supportato la vaccinazione degli operatori in prima linea, e conduce attività di prevenzione e controllo dell’infezione, oltre che di sensibilizzazione tra gli operatori sanitari e le comunità colpite.