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Annuncio di Daesh: “Ucciso un crociato italiano”

Ci sarebbe anche un italiano fra i combattenti caduti a Baghuz, ultima roccaforte del sedicente Stato islamico in Siia, sotto assedio da mesi da parte dalle forze alleate. Questo, almeno, quanto rivelato proprio dai miliziani dell'Isis che, in un messaggio, parlano di “un crociato italiano” ucciso durante gli scontri, pubblicando su Telegrama la sua tessera sanitaria e anche la carta di credito. A quanto sembra, si tratterebbe di Lorenzo Orsetti, 32enne fiorentino da circa un anno e mezzo volontario nelle fila dei curdi dell'Ypg (le Unità di protezione del popolo contro i jihadisti di Daesh, fra le quali era conosciuto con il nome di Tekoser) nel nord-est del Paese.

Il messaggio di Daesh

Nello stesso messaggio diffuso sul social, i miliziani sostengono che “il crociato italiano è stato assassinato negli scontri nella località di Baghuz”, accompagnando il messaggio a una fotografia nella quale si vede il corpo di un uomo privo di vita con indosso un'uniforme militare, come confermato anche da Site, il stio di monitoraggio del jihadismo utilizzato dagli Stati Uniti. Ufficialità non ce ne sono ancora ma, qualora fosse confermato, gli indizi porterebbero nella direzione del fiorentino che si era unito alle Sdf contro il Califfato, come hanno fatto numerosi volontari stranieri sul fronte siriano ma anche in Iraq. Dalla Farnesina, al momento, è arrivata solo una dichiarazione in merito alle “verifiche in corso”, senza conferme di sorta o ulteriori dettagli sulla sorte di Orsetti.

La partenza

In un'intervista al Corriere fiorentino risalente a un anno fa, il 32enne aveva spiegato le motivazioni della sua partenza, sostenendo di aver sposato la causa curda perché “mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una società più giusta più equa. L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e, naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti”. Al momento, la situazione a Baghuz è ancora incerta, visto l'alto numero di persone ancora presente all'interno della città.

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