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Salvini incontra gli eroi di San Donato

Mattinata di incontri al Viminale per il ministro degli Interni, Matteo Salvini, che ha ricevuto i protagonisti della tragedia evitata del bus dirottato di San Donato Milanese, preso in ostaggio dall'autista Ousseynou Sy assieme ai 51 ragazzi delle scuole medie a bordo. Al Ministero il vicepremier ha incontrato i carabinieri che hanno salvato i ragazzi, poi cinque di questi, Rami, Adam, Nicolò, Aurora e Fabio, per ringraziarli dei loro atti di coraggio durante la folle corsa del bus attraverso la Paullese. In particolare i primi due, di origine straniera, riceveranno la cittadinanza italiana come premio per il loro gesto di eroismo: entrambi, infatti, sono riusciti a telefonare di nascosto nonostante il dirottatore avesse sequestrato i cellulari, riuscendo a recuperarne due e a chiamare aiuto. Nicolò, invece, si era offerto come ostaggio pur di salvare i propri compagni; Aurora ostaggio lo era già ma, nonostante questo, non ha mai perso la calma; Fabio aveva tentato di parlarci con Sy, di farlo ragionare senza badare alla minaccia di un bus unto di benzina. Tutti e cinque hanno ricevuto una medaglia al valore.

Salvini: “Sensazione che siano stati usati”

Per Salvini si tratta di giovani ragazzi coraggiosi, così come i carabinieri che li hanno definitivamente salvati con un tempestivo intervento  a tutta velocità sulla strada provinciale, rischiando in prima persona. A ogni modo, il vicepremier ha sottolineato di aver “avuto la disgustosa sensazione che i ragazzini di Crema siano stati usati da qualcuno per fare battaglia politica”. Alla richiesta se Rami e Adam fossero stati messi sotto un'eccessiva sovraesposizione mediatica, il ministro ha risposto di “chiederlo a chi li ha usati in studio per fare audience e li ha usati come una bandiera politica. Io apposta non li ho voluti qua in conferenza stampa, ho cercato di staccare la spina a una vicenda che avrebbe solo fatto male a loro”.

Cittadinanza, non Ius soli

Salvini, parlando in conferenza stampa dopo l'incontro, si è augurato che “con oggi si chiuda un percorso di vita e mediatico per i ragazzini, per gli insegnanti, per i carabinieri”, contando “che da oggi nessuno li usi più”. Una battuta la concede anche sulle parole del collega Di Maio, il quale aveva affermato di averlo convinto sulla questione della cittadinanza italiana al 13enne Rami: “Accolgo i consigli di tutti, ma in questo caso mi sono convinto da solo, prendendomi il tempo necessario per dire sì a ragion veduta e non a capocchia”. Cittadinanza che, a ogni modo, non comporterà la riapertura del dossier sullo Ius soli: “Stiamo valutando un percorso per la cittadinanza ai bimbi non italiani che erano nel bus, senza che comporti alcuna variazioni di legge visto che la legge c'è, funziona e non si tocca”.

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