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I tre motivi del viaggio del Papa in Marocco

Nella fitta agenda di viaggi di Papa Francesco per il 2019 c’è spazio anche, in questo ultimo fine settimana di marzo, per il Marocco. La scelta di visitare un altro Paese a maggioranza islamica, dopo gli Emirati Arabi ad inizio febbraio, dà la cifra dell’impegno di questo pontificato a percorrere la strada del dialogo interreligioso con il mondo musulmano. Prima di lui, soltanto un altro Papa era stato in Marocco, Giovanni Paolo II, nell’agosto 1985. Il Papa polacco, incontrando una delegazione di giovani musulmani a Casablanca, disse: “Il dialogo tra cristiani e musulmani oggi è più necessario che mai”. Sono passati trentaquattro anni, ma quelle parole appaiono quanto mai attuali. Ma non solo l'Islam, Francesco in Marocco valuterà anche la condizione dei migranti nei Paesi di transito e quella della minoranza cattolica.

Dialogo con l'Islam

Il Vescovo di Roma è atteso a Rabat, con un aereo proveniente da Fiumicino, alle 14 di sabato 30 marzo. Significativo che l’accoglienza di rito sarà celebrata sulla spianata della Moschea Hassan, uno sfavillio artistico inaugurato nel 1986 e finanziato interamente con le donazioni del popolo marocchino, che sempre qui Bergoglio incontrerà subito dopo la cerimonia d’arrivo insieme alle autorità e al corpo diplomatico. Seguirà una visita al Mausoleo Mohammed V e quella di cortesia al sovrano Mohammed VI nel palazzo reale. Dopo di che, Francesco si recherà nell’istituto che proprio dall’attuale re del Marocco prende il nome: Mohammed VI. Voluto fortemente dalla monarchia, è il luogo dove vengono formate le guide di un Islam moderato e tollerante, quello che il regno vuole promuovere in un Paese costantemente in bilico tra modernità e spinte tribali. Ogni anno entrano in questa scuola centinaia di studenti, dal Marocco e non solo. All’interno dell’istituto Mohammed VI gli imam di domani vengono catechizzati sull’importanza del dialogo tra le fedi: l’accoglienza al Papa rappresenta pertanto un passaggio focale nella storia di questo luogo di riforma religiosa dell’Islam.

Cura dei migranti…

L’ultimo appuntamento del Papa nel primo giorno in terra marocchina è presso la sede della Caritas diocesana, dove incontrerà i migranti. Ecco allora che il viaggio in Marocco è per Bergoglio una nuova occasione per ribadire il suo sostegno a quanti decidono di cercare fortuna lontano dal proprio Paese. Le mani che il Pontefice stringerà nella sede Caritas di Rabat sono quelle di tante persone provenienti dall’Africa sub-sahariana, che considerano il Marocco soltanto un Paese di transito ma che tuttavia si trovano incagliati in una sorta di imbuto sovraffollato. È il dramma dell’emigrazione di massa irregolare dal Sud verso il Nord del mondo: soltanto in pochi riescono a transitare verso l’Europa, vera meta del loro viaggio, delimitata – nel caso della “rotta marocchina” – dalle barriere di Ceuta e Melilla. Per gli altri, il destino è la miseria sui marciapiedi di Rabat così come di altre città del Nord Africa. A sostenere questi disperati l’ingente lavoro della Caritas, che testimonia il contributo delle organizzazioni cattoliche, ad ogni latitudine, per la cura degli ultimi.

…e della comunità cattolica

Comunità cattolica che rappresenta il terzo ma non meno importante motivo del viaggio papale in questa terra. Su 35milioni di abitanti censiti nel 2011 in Marocco, i cattolici sono circa 30mila. Si tratta di una sparuta minoranza, costituita per lo più da giovani provenienti dall’Africa subsahariana. Secondo l’arcivescovo di Rabat, mons. Cristobal Lopez Romero, in questa piccola comunità sono rappresentati circa 100 Paesi. “Le nostre chiese sono ringiovanite. Dico che ci sono più giovani che vecchi, più neri che bianchi, queste sono le caratteristiche delle nostre comunità cristiane oggi”, va ripetendo l'arcivescovo di Rabat, come riporta l’Ansa. All’incontro con i cattolici del Marocco è riservata la seconda e ultima giornata del viaggio, domenica 31 marzo. Alle 9.30 Francesco visiterà il centro rurale per i servizi sociali di Témara, seguita alle 10.35 dall’incontro con i sacerdoti, i religiosi, i consacrati e il Consiglio ecumenico delle Chiese nella cattedrale di Rabat, luogo del secondo discorso del Papa dopo quello del giorno prima sotto la Moschea Hassan, cui seguirà l’Angelus. La Messa sarà celebrata alle 14.45 nel complesso sportivo Principe Moulay Abdellah. La partenza per Roma da Rabat è prevista alle 17 e sarà preceduta da una cerimonia di congedo all’aeroporto.

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