Dovremo sicuramente migliorare ma per il momento va bene così”. Per Giuseppe Conte la mancata stangata di Standard & Poor's è senz'altro una buona notizia.
Il giudizio
L'agenzia ha lasciato invariato il rating sul debito del nostro Paese a BBB, con un outlook però che resta negativo. La preoccupazione principale resta quella legata alla crescita del Bel Paese, con gli esperti di S&P che sottolineano come “un'inversione sul fronte delle riforme e una volatilità della domanda esterna hanno spinto l'economia italiana verso la recessione”. E le previsioni sono di una situazone di stagnazione quest'anno. Un timore che si somma a quello per i conti pubblici, con un deficit e un debito – si sottolinea – in rialzo.
Cosa va
Ma sono molti i fattori che giustificano la decisione di lasciare invariato il rating del'Italia, spiega S&P, come “un'economia prospera e diversificata che genera surplus esterni con il resto del mondo, il sostegno popolare all'appartenenza dell'Italia all'Eurozona nonostante lo scetticismo in parte dell'elettorato, un elevato risparmio nel settore privato che eccede le spese pubbliche”.
Cosa non funziona
L'outlook negativo – precisa però l'agenzia – significa che il rating può essere rivisto al ribasso nei prossimi 24 mesi se deficit e debito “eccederanno significativamente le nostre previsioni, se ci sarà un marcato deterioramento delle condizioni finanziarie e se ci saranno cambiamenti di politica che indeboliscono il potenziale di crescita dell'economia”.
Il precedente
L'ultimo giudizio di S&P risale ad ottobre scorso: allora – quando il consensus sulle previsioni di crescita per il 2019 viaggiava ancora intorno ad un sostanzioso 1% – l'agenzia decise di confermare a BBB il rating sui titoli di Stato. Una scelta interpretata in quel momento in modo positivo, proprio mentre il governo gialloverde metteva a punto in un difficile confronto con l'Unione europea, la sua prima legge di bilancio. Allo stesso tempo però, gli analisti americani avevano deciso anche di rivedere l'outlook da stabile a negativo. Una nota stonata che suonava quasi come il preludio di un possibile taglio successivo.