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Gli adultissimi di Azione Cattolica incontrano Papa Francesco

Con la consegna a Papa Francesco dell’icona di Maria Immacolata della Domus Mariae, che avverrà nel corso dell’udienza in piazza San Pietro di mercoledì 29 maggio, terminerà la “staffetta mariana” che da dicembre scorso ha accompagnato nelle diocesi italiane i molti appuntamenti di Azione cattolica “Di generazione in generazione” che hanno visto giovani e adulti confrontarsi su temi della vita spirituale, della vita associativa e della vita del Paese.

I numeri dell'evento

All’appuntamento con Papa Francesco arriveranno più di mille adultissimi di Azione Cattolica da tutta Italia, in rappresentanza degli oltre 60mila over65 che fanno parte dell'associazione. Dopo il saluto al Santo Padre e la recita del Regina Coeli, è in programma l’ingresso in corteo nella basilica di San Pietro per il saluto ai partecipanti dell’assistente e dei vice presidenti nazionali Ac per il settore adulti, don Fabrizio De Toni, Giuseppe Notarstefano e Maria Grazia Vergari, e la Celebrazione liturgica presieduta dal card. Angelo Comastri, vicario generale di Papa Francesco per la Città del Vaticano. Seguiranno le testimonianze di alcuni presenti, la riflessione del presidente nazionale dell’Ac, Matteo Truffelli, e dell’assistente ecclesiastico generale Ac, mons. Gualtiero Sigismondi. La giornata in Basilica si chiuderà con il pellegrinaggio presso la tomba di San Paolo VI.

L'incontro con il Papa

L’incontro di Roma, il pellegrinaggio e l’abbraccio con Papa Francesco, sono un ulteriore segno della volontà dell’Azione cattolica di valorizzare il protagonismo degli adultissimi, il tesoro grande di fedeltà, di passione e di esperienza dei cosiddetti “nonni associativi”. In Azione Cattolica – si legge nel comunicato – anche l’età anziana è un tempo privilegiato; un tempo che permette di vivere in pienezza, di fare sintesi della vita; è il tempo della bellezza e della riconoscenza; è il tempo della contemplazione e della preghiera. Gli adultissimi non sono importanti per ciò che sono stati ieri, ma per ciò che sono oggi. Con i loro limiti, con le loro fatiche, ma anche con la loro saggezza, possono generare passione associativa e civile, accompagnare vocazioni, far crescere le comunità parrocchiali, rendere belle e accoglienti le nostre città. 

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