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Gli equilibri nella Strasburgo che verrà

I partiti tradizionali perdono, per la prima volta, la maggioranza nell'Europarlamento, le forze sovraniste crescono ma non sfondano. Questa, in estrema sintesi, l'analisi del voto comunitario, che inciderà sulla ripartizione dei seggi a Strasburgo e quindi sui futuri equilibri politici nell'Unione

Equilibri

La prima notizia è che popolari e socialisti, pur non avendo la maggioranza, potranno mantenere il controllo sul Parlamento europeo grazie all'asse con i liberali e, forse, con i Verdi, autentica sorpresa (Italia e pochi altri Paesi a parte) di questa tornata elettorale. Sul fronte sovranista le buone notizie vengono dalla Lega e dal Rn di Marine Le Pen, che supera En Marche (sia pur di uno 0,9%), e diventa primo partito di Francia. Vince anche Fidesz di Viktor Orban che deve sciogliere il nodo della permanenza all'interno del Ppe. Wilders (leader dell'olandese Partito della Libertà), non ottiene nemmeno un seggio, Vox in Spagna non sfonda e l'Afd in Germania frena. La vittoria di Nigel Farage nel Regno Unito è pressoché irrilevante vista la prossima uscita di Londra dall'Ue.

In attesa di risposte

I risultati hanno il sapore di un'ultima occasione concessa alla Vecchia Europa, sinora incapace di dare risposte ai cambiamenti in atto e di far fronte a emergenze divenute, nella valutazione dei cittadini, prioritarie: dai flussi migratori al lavoro, passando per la regolamentazione della globalizzazione e la lotta ai cambiamenti climatici. Proprio quest'ultimo elemento, sull'onda delle proteste del movimento Fridays for Future fondato da Greta Thunberg, potrebbe aver gonfiato le vele dei Verdi. I quali, se da una parte restano nel quadro dei partiti tradizionali, hanno rappresentato evidentemente anche un elemento di novità. Ora sta a Bruxelles imparare dagli errori commessi e ripartire. La leadership sinora esercitata da Germania e Francia subisce un rallentamento, perché se da una parte Macron viene superato, dall'altra Merkel pur vincendo arretra. Inizia ora la partita per la composizione della futura Commissione europea. Da lì si capirà quale direzione vorrà intraprendere l'Europa

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