Si chiude il processo ai leader indipendentisti catalani e, ora, tutto si sposta nel campo delle attese: dopo quattro mesi di udienze (52) con la formula di rito “visto para sentencia”, gli ex dirigenti della Catalogna che, due anni fa, decise di proclamare il referendum per rendersi indipendente dalla Spagna, rischiano pene fino a 25 anni di reclusione. Sono dodici i membri del Parlament guidato allora da Carles Puigdemont (fuggito poi in Belgio) a essere finiti a processo, 9 dei quali in carcere (tra questi anche Oriol Junqueras, il numero due di quel governo e per il quale è stata richiesta una pena di 25 anni) e praticamente tutti destinatari di richieste pesantissime da parte dell'accusa, a fronte di contestazioni di reato altrettanto gravi, a cominciare da quello di ribellione: secondo i pm, infatti, quando accadde a ottobre 2017 potrebbe essere inquadrato nei termini che, a norma di legge, sono richiesti per ascrivere il tutto al reato in questione (ovvero, una sollevazione per la sovversione dell'ordine costituzionale).
L'accusa di ribellione
In sostanza, il referendum dell'1 ottobre 2017 viene considerato alla stregua di un tentativo di colpo di Stato dall'allora Parlament catalano. Accusa che gli imputati hanno tentato di contrastare, in primis lo stesso Junqueras, il più alto come carica politica di coloro messi sotto processo, che aveva affermato come “votare e difendere la repubblica non può essere considerato un crimine”, appellandosi poi affinché il discorso sull'indipendenza catalana tornasse alle competenze della politica piuttosto che finire in tribunale. Junqueras peraltro, così come Puigdemont, è stato recentemente eletto europarlamentare. Anche un altro leader imputato, Jordi Sanchez, ha contestato l'accusa di ribellione, parlando di quel giorno non come una giornata di violenza, ma di “un atto di protesta e disobbedienza”. Nel frattempo, a Barcellona sono state organizzate alcune manifestazioni di solidarietà nei confronti dei 12 imputati per chiedere la loro assoluzione. Per conoscere il verdetto del Tribunale si dovrà attendere fino al prossimo autunno.