Come si stava meglio quando non c'erano i social. Un mondo molto più lento e a misura d'uomo che non aveva tutti questi stimoli autoreferenziali e narcisistici. Le reti sociali sono il perfetto trampolino, verso il quarto d'ora di celebrità, per coloro i quali non riescono a non pavoneggiarsi del loro aspetto, capacità, professione e vita privata. E fin qui i problemi sono morali, eppure, la realtà ci ha già messo di fronte in più occasioni alle rivincite (per gli anglofili “revenge“) di ogni tipo. Come nel caso di un 31enne di Casapesenna (Caserta) che sarebbe stato brutalmente sequestrato e picchiato da tre fratelli.
La ricostruzione dell'accaduto
Il giovane avrebbe subito un'aggressione in stile “Arancia meccanica” per mano di tre fratelli, uno dei quali suo amico d'infanzia perche' ritenuto colpevole di averli presi in giro attivando un falso profilo Instagram con alcune foto “taroccate” proprio dell'amico. Le immagini sul social, frutto di un fotomontaggio, raffiguravano l'amico con una parrucca in testa. Uno scherzo che i tre fratelli avrebbero voluto vendicare usando una massiccia dose di violenza. Il giovane sarebbe stato prelevato sotto la minaccia di una pistola e portato con una corda legata al collo, proprio come fosse un animale, in un terreno nelle campagne di Villa Literno, dove sarebbe stato bloccato al tronco di un albero con lo scotch. Lì sarebbero iniziate le sevizie: il 31enne sarebbe stato picchiato, come lui ha denunciato, per almeno due ore. Secondo la sua versione, dopo averlo tramortito con le botte, i fratelli avrebbero anche considerato l'eventualità di gettarlo nei canali dei Regi Lagni. Invece, per fortuna, lo avrebbero abbandonato in piena notte in via Santa Maria a Cubito, arteria che conduce a Villa Literno. Una vicenda raccapricciante che il 31enne ha poi raccontato nei dettagli ai carabinieri della stazione di San Cipriano d'Aversa, e che ha portato alla denuncia dei tre fratelli per sequestro di persona e lesioni personali. La “colpa” del ragazzo? Aver rivelato all'amico di infanzia l'esistenza di questo falso profilo che lo canzonava. E non essere creduto.