Finora si è parlato dei democratici e della nutrita schiera di aspiranti alla leadership post-Obama. Ora, però, tocca a Donald Trump lanciare la sua campagna elettorale per le presidenziali del 2020. Il tempo è volato da quanto, nel novembre 2016, il Tycoon sbaragliò tutti i bookmakers andando a prendersi i voti dei Grandi elettori e l'elezione alla Casa Bianca. Da allora, Trump ha fatto davvero di tutto: ha rinnovato quasi completamente la politica economica degli Stati Uniti, quella migratoria, alzato e riabbassato le tensioni con la Corea del Nord, messo un punto alle normative del suo predecessore (Obamacare in testa), compreso l'accordo sul nucleare stipulato nel 2015 con l'Iran, l'uscita dal quale sta causando non pochi grattacapi vista la situazione con Teheran, tornata quasi ai livelli di fine anni 70. Ora, nella cornice di Orlando, The Donald lancia di nuovo la sua sfida, pronto a rimettersi in gioco per guidare gli Stati Uniti altri quattro anni.
La sfida
Dall'Amway Center di Orlando, quella che Trump definisce “la sua seconda casa”, inizia la seconda avventura elettorale dell'attuale presidente americano. Stavolta l'impressione è che si farà davvero sul serio, vista l'agguerrita concorrenza democratica. Nulla che lo spaventi comunque: “La nostra economia fa invidia a tutto il mondo, il Paese è prospero. E fino a quando terrete questa squadra il futuro sarà brillante. L'American Dream è tornato ed è più forte di prima. Il 2016 è stato un momento cruciale nella storia”. Di Trump gli Usa hanno bisogno. Perlomeno ne è sicuro il vicepresidente Mike Pence, che introduce il Tycoon sul palco dell'Amway: almeno altri quattro anni ma questo presidente, spiega, all'America serve. A questo proposito, Trump ha un obiettivo chiaro: proprio loro, i democratici.
Offensiva contro i dem
Il Russiagate non è andato giù al presidente e lo cita subito, già nei primi 15 minuti di discorso con una punta di ironia: “Con il rapporto Mueller abbiamo vinto e ora vogliono un ripensamento… Non ha funzionato troppo bene, facciamolo di nuovo”. Ma con i dem non ci va leggero di per sé, nemmeno su altri terreni: “I nostri oppositori radicali democratici sono guidati dall'odio e dalla rabbia, vogliono distruggerti e vogliono distruggere il nostro Paese così come lo conosciamo: non è accettabile, non accadrà”. Sarà la sfida a decretarlo e Trump deve fare i conti anche con una sondaggistica che vuole Joe Biden (tanto per fare un nome) avanti a lui negli indici di gradimento. La sensazione è che l'America First, questa volta, si troverà di fronte a uno schieramento avverso che, forse per la prima volta, ha già nel mirino il fronte presidenziale. Prima ancora delle primarie.