Confermata la condanna a 7 anni, arrivata in primo grado, per Mauro Moretti, ex ad di Rfi nell'ambito del processo per la strage di Viareggio, in corso di svolgimento a Firenze. La Procura generale aveva chiesto per lui 15 anni e 6 mesi, a fronte delle imputazioni di disastro, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose e incendio. Condannati anche altri vertici di Rfi, quali l'ex ad Michele Mario Elia e anche per l'ex ad di Trenitalia, Vincenzo Soprano, entrambi a 6 anni. Le precedenti condanne, quelle in primo grado, risalivano al 31 gennaio 2017: Moretti, durante l'udienza dell'11 febbraio 2018, aveva invece reso noto di voler rinunciare alla prescrizione (“Lo faccio per rispetto delle vittime – aveva detto -, dei familiari delle vittime e del loro dolore. Lo faccio perché ritengo di essere innocente”), con la pg che aveva poi precisato che sarebbe subentrata a partire da maggio 2018 per i reati di incendio e lesioni colpose (circostanza della quale hanno dovuto tener conto i giudici in fase di delibera). Assoluzione invece “perché il fatto non sussiste”, per l'ex dirigente della direzione tecnica di Rfi e attualmente all'Ansf, Giulio Margarita, che in primo grado era stato condannato a 6 anni e 6 mesi.
La strage
Fra soli nove giorni, cadrà il decimo anniversario della strage, avvenuta nella tarda serata del 29 giugno 2009, quando il treno merci n.50325, in corsa sull tratta Trecate-Gricignano, aveva subito un deragliamento che, come immediata conseguenza, aveva provocato una consistente fuoriuscita di gas da un cisterna adibita al trasporto di Gpl. Un foro nell'involucro aveva causato la perdita, innescando un enorme incendio che, a sua volta, ne aveva provocato l'esplosione. La forza dello scoppio aveva sprigionato le fiamme dell'incendio per centinaia di metri, investendo la stazione e anche alcune abitazioni adiacenti, provocando in totale 30 morti, più altre due persone decedute per essere state colte da infarto.