Torna libera Carola Rackete, il capitano della Sea Watch 3 per il quale si attendeva il pronunciamento definitivo del gip di Agrigento, con cui sarebbe stata decretata la conferma o meno dell'arresto operato dalla Guardia di Finanza quattro giorni fa. Nessuna misura cautelare dunque nei confronti della comandante in quanto, secondo il giudice, avrebbe agito per salvare delle persone, escludendo di fatto il reato di resistenza e violenza a nave da guerra, sostenendo inoltre che la contestazione relativa alla presunta resistenza a pubblico ufficiale fosse giustificata dal fatto che la Rackete stava agendo in “adempimento di un dovere”, ovvero salvare delle vite umane in mare. Non è stata dunque confermata la richiesta avanzata dalla Procura di convalida del provvedimento e divieto di soggiorno in provincia di Agrigento.
Le parole di Salvini
Ora, per la comandante tedesca della Sea Watch si profila comunque un decreto di espulsione, come annunciato nei giorni scorsi dal vicepremier Matteo Salvini, il quale ha accolto con amarezza la notizia della decisione del giudice: “Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale”. Stando alle parole del ministro dell'Interno, dunque, Carola “tornerà nella sua Germania dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi. L'Italia ha rialzato la testa: siamo orgogliosi di difendere il nostro Paese e di essere diversi da altri leaderini europei che pensano di poterci trattare ancora come una loro colonia. La pacchia è finita”.
L'espulsione
A proposito del decreto di espulsione, però, ora come ora sembra che lo scenario palesato da Salvini sia di non facilissima attuazione. Carola Rackete dovrà innanzitutto presentarsi il 9 luglio ad Agrigento per rispondere delle accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, mosse in un altro filone d'inchiesta parallelo; inoltre, la Procura di Agrigento ha rigettato la richiesta di un nullaosta presentata dal prefetto per esigenze di giustizia. Si profila dunque un prolungamento della vicenda Rackete, già finita a tutti i livelli della politica europea tanto che, anche alla prima dell'Europarlalmento, è stata espressa solidarietà nei confronti della comandante (per la quale è stata peraltro già attivata da alcune associazioni una colletta da record per le spese giudiziarie).