La moda italiana vale il 4% del Pil. Si svolgerà fino a domenica al PratiBus District la prossima edizione della Settimana della Moda di Roma, organizzata da Altaroma, che accoglierà oltre 100 designer (italiani e internazionali) e circa 400 studenti delle accademie di moda. Grazie al sostegno dei Soci (Camera di Commercio di Roma, Regione Lazio, Risorse per Roma, Città metropolitana di Roma Capitale) e al supporto del ministero dello Sviluppo Economico e dell'Agenzia ICE, si consolida il corso di Altaroma incentrato sull'ampliamento del raggio d'azione a sostegno dei talenti emergenti e dei valori del Made in Italy, estendendo l'attenzione internazionale sulle proprie iniziative, riferisce Dire.
Comparti e brand
Altaroma fashion hub aperto a studenti, nuovi talenti e creativi emergenti, offre opportunità e strumenti mirati per potersi esprimere e dove il desiderio di emergere e farsi conoscere diventa una realtà. Le aziende della moda italiana, secondo i dati del Sole 24 Ore, crescono di più di quelle del comparto manifatturiero, sono più redditizie e anche più aperte al commercio estero. D’altra parte, facendo un confronto con i cugini di Oltralpe, le società italiane hanno registrato crescite più modeste e anche margini meno elevati rispetto alle francesi. Tuttavia, risultano molto più solide finanziariamente: la maggior parte dei gruppi ha pochi debiti e grande liquidità. Questa è la foto scattata al settore da parte di R&S Mediobanca e diffusa a pochi giorni dall’inizio delle sfilate milanesi. Gli analisti dell’istituto hanno preso in considerazione 146 aziende del settore moda che nel 2016 vantavano un fatturato almeno di 100 milioni di euro. Di queste, 129 sono aziende manifatturiere, il resto società specializzate nella distribuzione di prodotti di lusso e di moda. Dell’ intero campione, il 40% circa sono di proprietà straniera e in particolare oltre il 15% sono controllate da gruppi francesi (per l’esattezza 23). Tra gli appuntamenti più importanti dell'evento in programma nella capitale: Showcase, progetto espositivo promosso da Altaroma e giunto alla quarta edizione, offre la possibilità ai brand di partecipare e di beneficiare dei supporti necessari a promuovere e sviluppare il proprio business. Who Is On Next?, lo storico scouting project rivolto ai nuovi talenti della moda, opportunità unica ed esclusiva che ha visto la nascita di molti stilisti, italiani e stranieri, che hanno scelto il nostro paese per realizzare le loro creazioni e rendere reali i loro sogni, ricostruisce Dire. Le aziende sotto la lente di Mediobanca nel 2016 hanno complessivamente fatturato 66,1 miliardi di euro. Si tratta del 4% circa del pil italiano, secondo il report Radiocor. Considerando quelle strettamente manifatturiere il giro d'affari ha raggiunto 57,6 miliardi di euro, crescendo del 23,3% nel quinquennio 2012-2016, molto di più rispetto a quelli della manifattura italiana, cresciuta del 6,6%. Le Top 15 del campione, con nomi del calibro di Luxottica, Prada, Armani, ad esempio, hanno vantato un rialzo del fatturato nell’arco di cinque anni del 18,6%, per un totale di 25,6 miliardi. Peraltro, mentre la grande manifattura italiana ha registrato nel quinquennio bilanci spesso in rosso, le aziende della moda hanno vantato un incremento del risultato netto del 17,3% (+8,2% le Top15).
300 mila lavoratori
Complice anche il fatto che l’ebit margin è triplo rispetto a quello della manifattura (9,6% contro 3,2%, con le Top 15 che invece hanno un margine di 11,6%). Le società della moda hanno assunto anche molto di più, incrementando il personale del 21% (+25,3% le Top15), contro un aumento dei dipendenti della manifattura italiana attorno al 7,2%. Tutte assieme danno lavoro a oltre 300mila persone (sempre in base ai dati del 2016). Altaroma presenta un'esposizione con i lavori dei 4 finalisti della categoria accessori e una sfilata collettiva con i 5 finalisti della categoria readyto-wear. Tra questi sarà scelto il vincitore da una giuria di esperti. A sottolineare il costante impegno di Altaroma nel sostenere i nuovi talenti e le energie creative del territorio, Rome Is My Runway, il nuovo contenitore di questa edizione con due speciali sfilate collettive di designer provenienti dalla regione Lazio. Il nome dell'iniziativa è anche lo slogan della manifestazione e rappresenta una importante occasione e un contesto unico in cui i brand possono far sfilare le loro creazioni nella Capitale. Una nuova partnership internazionale consolida il ruolo di Roma come efficiente osservatorio del fermento culturale e creativo: REBELPIN – Fashion awards by ACTE, il concorso di moda che approda nella Capitale dopo aver calcato le passerelle di altre fashion week europee. Altaroma presenta nel proprio programma i lavori delle accademie di moda che si alterneranno in passerella a partire dall'Accademia di Costume e Moda, che inaugura la settimana con un preopening. Torna, aggiunge Dire, la Fashion Digital Night con la moda “intelligente” e sostenibile. L'iniziativa prevede l'esposizione di oltre venti progetti di wearable tecnology, digital fabrication e bio material, e la possibilità di incontrare maker e designer che spiegheranno i principi tecnici e tecnologici sui quali si sviluppano gli abiti. Sara Sozzani Maino, vicedirettore di Vogue Italia e capo di Vogue Talents, e Simonetta Gianfelici, Fashion Consultant & Talent Scout, tornano a riunirsi per Portfolio Review. Un interessante vivaio di creatività i cui partecipanti (tutti i talenti impegnati nella moda e con meno di 40 anni) possono promuovere i propri lavori ed entrare in contatto con i massimi esperti del settore. Le aziende del comparto sono aperte al commercio estero. Nel 2016 il giro d’affari all’estero rappresentava il 64,4% del totale. Tra l’altro nel corso degli anni la percentuale è costantemente aumentata, considerando che nel 2012 era pari solamente al 24,7%. La componente di export è più accentuata nel Top15 Moda con punte del 96,7% per Luxottica, 92,5% per Zegna, 88,6% per Ferragamo, 87,9% per Prada, 86,2% per Moncler (dal 66,8% del 2012), 85,9% per Valentino, 84,5% per OTB e 84,1% per Armani, riporta il Sole 24 Ore. Per contro, fra le Top15, quelle con la minor proiezione internazionale sono Calzedonia con il 51% (comunque in costante crescita rispetto al 44% del 2012) e Benetton (54,2%). A livello settoriale sono le società dell’occhialeria quelle che risultano più orientate ai mercati esteri l’occhialeria (90,1%), seguite dal tessile (69,9%) e dalla pelletteria (66,6%).