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Stabile occupato: CasaPound toglie la scritta

Scala, martelli e scalpelli imbracciati dagli stessi attivisti del gruppo di estrema destra, CasaPound, per rimuovere la scritta che campeggiava sullo stabile occupato di Via Napoleone III, in zona Esquilino. Ancora nessuno sgombero ma, per il momento, solo la notifica dell'atto che imponeva la rimozione di quel nome. Al suo posto, come nei giorni scorsi, i militanti di CasaPound hanno srotolato uno striscione riportante la scritta “Questo è il problema a Roma”, riferito all'annunciata ordinanza di sgombero per il gruppo da un edificio che, ormai, è occupato da oltre 15 anni. Sul posto, dopo alcuni minuti, è arrivata anche la sindaca di Roma, Virignia Raggi, che già il 25 luglio scorso si era presentata davanti l'edificio accompagnata dalla Digos per notificare il provvedimento che imponeva ai militanti la rimozione della scritta: qualora essi non avessero provvisto in maniera autonoma, sarebbe scattata la rimozione coatta. I rappresentanti della sede hanno atteso l'ultimo giorno utile, visto che il 7 agosto sarebbe stato messo in atto il provvedimento notificato alla fine del mese scorso.

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Lo sgombero

Nessun momento di tensione ma la visita della sindaca si è risolta in alcuni battibecchi andati in scena con i rappresentanti del gruppo di estrema destra, ai quali Raggi ha ribadito di non accettare da loro lezioni di legalità: “Dovete pagare. Voi sapete quante persone aspettano una casa da tempo e sono in lista di attesa”. A ogni modo, nonostante l'accelerata cercata dalla sindaca, i tempi per lo sgombero dell'edificio si annunciano lunghi, anche considerando che, pur inserito nell'elenco degli stabili da recuperare, il palazzo di Via Napoleone III compare solo all'88esima posizione il che, unito al ritmo degli sgomberi (non più di uno ogni tre mesi), potrebbe posticipare il tutto di diverso tempo. La procedura vera e propria nei confronti dell'immobile in questione era stata avviata il 19 luglio scorso dall'Agenzia del Demanio, con la Corte dei Conti che aveva quantificato in 4,6 milioni il danno erariale. Raggi, a ogni modo, anche poco prima della rimozione della scritta aveva ribadito via Twitter che questo “è solo l'inizio. Ora va sgomberato l'immobile e deve essere restituito alle famiglie che ne hanno davvero diritto. Va ripristinata la legalità. Fino in fondo”.


La rimozione dello striscione polemico dalla sede di CasaPound

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