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Hong Kong, i manifestanti occupano l'aeroporto

Rischia di diventare piuttosto movimentato il transito all'aeroporto di Hong Kong, per chi viaggia e anche per chi parte: centinaia di attivisti hanno infatti iniziato una tranche di protesta all'interno dello scalo internazionale della megalopoli asiatica, allo scopo di sensibilizzare i viaggiatori sull'importanza delle proteste in atto. Dieci fine settimana consecutivi di dimostrazioni e manifestazioni contro il governo della città, quest'ultimo addirittura dovrebbe essere trascorso per intero all'interno dell'hub cittadino, dove i manifestanti si sono presentati interamente vestiti di nero e accompagnati da cartelli e slogan contro l'autorità cittadina guidata da Carrie Lam. Contrariamente a quanto il governo si aspettava, visti i precedenti delle scorse settimane e la natura del tutto spontanea del gesto, l'occupazione dello scalo è avvenuta e proseguita senza incidenti e con disagi estremamente limitati per i passeggeri, i quali sono stati invitati a prestare maggiore attenzione alle proteste e hanno ricevuto dei volantini divulgativi. Fra i dimostranti, peraltro, vi sarebbero numerosi anziani, tendenza opposta a quella delle precedenti proteste, guidate perlopiù da giovani attivisti.

L'occupazione

Nel mirino dei dimostranti, questa volta, è finito direttamente il governo di Hong Kong, accusato di subire l'ingerenza cinese e di aver concesso mano libera alla polizia per repressioni violente delle proteste. Segno di una crisi sociale che continua a manifestare i propri effetti, accompagnata da una forma di protesta ch econtinua a interessare i diversi comparti pubblici. L'occupazione dell'aeroporto è sicuramente una manifestazione non autorizzata dalle autorità cittadine, richiamate all'ordine dalla Cina e alle prese con il malcontento degli inservienti aeroportuali i quali, pur prendendo atto della protesta tutto sommato pacifica in atto, hanno lamentato la facilità di accesso dei dimostranti a uno scalo di proporzioni enormi, che gestisce oltre mille voli al giorno: “La maggior parte della dimostrazione è stata pacifica, ma alcuni sono diventati conflittuali o hanno provocato scontri. Queste dimostrazioni, che possono aver luogo con poco o nessun preavviso, probabilmente continueranno”.

Le parole dell'ambasciatrice

Nel frattempo, la conferma della posizione assunta da Pechino arriva anche dall'ambasciatrice cinese in Italia, Li Junhua, nel corso della sua prima conferenza stampa dall'insediamento nella sua posizione diplomatica: “Il governo cinese ha una posizione molto chiara: è necessario fermare il caos e riportare l'ordine. Qualora ci si dovesse trovare di fronte a una situazione di peggioramento, che il governo di Hong Kong non riuscirà a gestire, il governo centrale cinese non resterà a guardare”. E non manca di lanciare un monito agli Stati Uniti e a chi, come loro, ha mostrato vicinanza agli attivisti cittadini: “Il mondo politico degli Stati Uniti sta dando sostegno e amplificando le idee dei manifestanti. Hong Kong è della Cina, e non accettiamo alcun tipo di interferenza straniera”. Intanto, però, per il weekend in arrivo la città si prepara all'ennesima prova del nove.

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