Momenti di tensione a Torino intorno alla 11 di mattina, quando la città piemontese si è trasformata nel set di un film d’azione. Ma era tutto vero. Tre persone, di cui una rimasta al volante, con i volti coperti dai passamontagna e armati di pistola hanno rapito una donna caricandola al bordo di una grossa vettura nera con i vetri oscurati e sono partiti su via XX Settembre, mentre l’uomo che era con lei è riuscito a scappare. Tutto è avvenuto in pochi minuti vicino piazza San Carlo, di fronte a esercenti e passanti che hanno dato l’allarme senza intervenire. La Polizia li ha inseguiti e fermati nei pressi di corso Vinzaglio, liberando la donna. L’ipotesi del sequestro a scopo di ritorsione dopo una truffa.
Il sequestro
Testimonianze raccolte da diversi giornali nazionali – La Stampa, Il Corriere della sera, La Repubblica – consentono di ricostruire la dinamica del rapimento. Il dipendente di una gelateria vicino al luogo dove si è svolta l’azione ha, all’incrocio tra piazza Comitato di liberazione nazionale e via Giolitti, ha raccontato che il veicolo – un furgoncino Volkswagen nero – si è fatto strada contromano. Nel mentre stava sopraggiungendo una coppia, una signora bionda sulla cinquantina con “cappello nero a falde larghe e un vestito lungo” e un uomo “con la giacca e la camicia azzurrina”, forse più grande di lei racconta il testimone. Due persone, coi volti coperti e dall’accento straniero, sono scesi e “li hanno presi alle spalle, ma non gli hanno fatto male fisicamente” spiega chi ha assistito alla scena. Secondo quanto raccolto dai presenti, in un primo momento l’uomo sarebbe stato spinto dentro il camioncino ma si sarebbe liberato e dandosi alla fuga avrebbe urlato di chiamare la polizia. La donna gridava e nel trambusto è scivolata, rallentando i movimenti dei rapitori e consentendo forse alla persona che era con lei di approfittarne e scappare, poi è stata spinta nel furgone. Il mezzo si è allontana a gran velocità con il portellone ancora aperto per la fretta. “Sarà durato cinque o sei minuti”, raccontano i testimoni. Nessuno è intervenuto mentre l’azione si stava svolgendo sotto i loro occhi, poi è stata chiamata la polizia.
Pista ritorsione
Mentre il Volskwagen si dileguava, imboccando via Alfieri, è partito l’inseguimento della polizia. La corsa ad alta velocità è proseguita per diversi minuti. I tre uomini, accortisi di essere braccati, avrebbero cercato un posto per nascondersi e occultare il furgone. Individuano un’autorimessa che, casualmente, si trova in una via accanto alla Questura di corso Vinzaglio. Il Corriere della Sera riporta le affermazioni del titolare dell’autorimessa: “Dal furgone sono scesi due uomini, parlavano inglese. Mentre facevano manovra una volante della polizia ha sbarrato l’uscita poi sono arrivati altri agenti. Dentro il furgone c’erano tre uomini e una donna legata” con delle fascette. Sembra che all’origine del rapimento a scopo ritorsivo ci fosse stata una truffa orchestrata dalla coppia, così i rapitori avrebbero escogitato questo piano per recuperare il denaro.