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Oscar alla carriera per Lina Wertmuller

Standing ovation per Lina Wertmuller che nel tardo pomeriggio di ieri (la notte tra domenica e lunedì in Italia) a Los Angeles ai Governors Award dell'Academy ha ricevuto l'Oscar alla carriera. A presentare il riconoscimento alla regista 91enni, prima donna che nel '76 venne candidata per l'Oscar alla regia, le colleghe Greta Gerwig e Jane Campion. Poi sul palco, a sorpresa e a farle festa, Sophia Loren e Isabella Rossellini. La regista romana, emozionatissima , non ha perso la sua verve e la sua ironia trasformando il gala in un happening divertente soprattutto quando ha scherzato con Isabella Rossellini sul palco provocatoriamente in viola davanti alla regista notoriamente molto superstiziosa. Lina Wertmuller, che aveva accanto la figlia Maria Zulima Job, ha preso la parola e ha con ironia sottolineato che “bisogna cambiare il nome a questa statuetta, perché Oscar? Chiamiamolo con un nome di donna, chiamolo Anna”. E giù un trionfo di applausi. Durante la consegna è stato anche proiettato un omaggio che ripercorre la sua lunga filmografia.

La vita e le opere

Nata a roma nel 1928, all'anagrafe Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, Lina è stata la prima donna nella storia ad essere candidata all'Oscar come migliore regista, per il film Pasqualino Settebellezze, nella cerimonia del 1977. Figlia di Federico Wertmüller, un avvocato originario di Palazzo San Gervasio (in provincia di Potenza) e proveniente da una famiglia aristocratica di remote origini svizzere, e di Maria Santamaria-Maurizio, romana. È zia dell'attore Massimo Wertmüller. A scuola è stata compagna di Flora Carabella, che poi sarebbe stata la moglie di Marcello Mastroianni, con cui instaurerà una lunghissima amicizia, che si rivelerà poi fondamentale per avvicinare la giovane Lina al mondo dello spettacolo. A diciassette anni si iscrive all'Accademia teatrale diretta da Pietro Sharoff; in seguito, per alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli del teatro dei burattini di Maria Signorelli. Esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in …e Napoli canta! di Armando Grottini (1953) e più avanti è aiuto regista di Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8½(1963). Il suo esordio come regista avviene nel 1963 con I basilischi, amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud (il film fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia, a Minervino Murge), che le valse la Vela d'argento al Locarno Festival. Nella seconda metà degli anni sessanta nasce la sua collaborazione con l'attore Giancarlo Giannini, che è presente nei suoi grandi successi Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972), Film d'amore e d'anarchia – Ovvero “Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973), Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto (1974), Pasqualino Settebellezze (1976), La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978) e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici (1978). Per Pasqualino Settebellezze, che ebbe successo anche negli Stati Uniti, la Wertmüller è candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del 1977 (tra cui quello per la miglior regia), mentre una quarta nomination arriva a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista. È anche autrice di diverse sceneggiature e regie teatrali. Il 22 dicembre 2015 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris le conferisce la cittadinanza onoraria della città. Nel 2010 le è conferito il David di Donatello alla carriera. Oggi, il meritatissimo Oscar alla carriera.

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