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13 milioni di italiani si rivolgono a 150 mila maghi

Ci sono mille “mode” rituali che vanno per la maggiore e che sono spesso praticate in modo inconsapevole. Un esempio è la disciplina dello yoga che riguarda, nel mondo, secondo il Financial Times, 100 milioni di persone. Viene utilizzato come esercizio fisico o forma di meditazione trascendentale? Sulla questione si è espresso, da custode dell’ ortodossia, Joseph Ratzinger attestando come esista uno yoga ridotto a una ginnastica che mira ad aiutare la persona al rilassamento fisico, mentre esistono centinaia di scuole che utilizzano la preparazione fisica per esprimere una determinata visione dell’ uomo, del mondo, della relazione tra uomo e Dio. “Nel caso dello yoga e delle altre tecniche orientali, servono una trasformazione e uno spostamento radicale che tolgano di mezzo ogni pretesa ideologica”, analizzò il futuro Benedetto XVI.

Il monito di papa Francesco

Secondo l’Osservatorio anti-plagio, 13 milioni di italiani si rivolgono a oltre 150 mila maghi. Una minaccia segnalata da Francesco subito dopo la sua elezione. In Italia il giro di affari annuo di guaritori, stregoni e fattucchiere è di 4,5 miliardi. “Solo Gesù ci può salvare e nessun altro, tanto meno i maghi con le improbabili profezie dei tarocchi che ammaliano e illudono l’uomo moderno”. Per il catechismo della Chiesa cattolica, sono “gravemente contrarie alla virtù della religione” tutte le pratiche di magia e di stregoneria “con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere soprannaturale sul prossimo”. Anche portare gli amuleti è “biasimevole”. Non è legittima per la dottrina “l’invocazione di potenze cattive, né lo sfruttamento delle credulità altrui”. Tra spiritismo e vudù, l’esoterismo dilaga in America latina. Un pericolo contro il quale papa Francesco combatte da sempre. “Per guadagnarsi il Paradiso, bisogna seguire Gesù nel cammino della vita, non cartomanti e presunti veggenti”, chiarisce. All’udienza generale del mercoledì il Papa ha messo in guardia dai cartomanti e a tutto lo stuolo di chiromanti che si fanno pagare per predire il futuro: “Anche oggi c’è gente che paga per questo. Io ricordo che nella mia diocesi, in un parco molto grande, c’erano più di 60 tavolini dove seduti c'erano gli 'indovinatori', le 'indovinatrici' che leggevano la mano e la gente crede a queste cose e paga e questo succedeva anche al tempo dei primi Apostoli”. La questione è stata trattata dal Papa in riferimento alla figura di Lidia nel brano degli Atti degli Apostoli su cui si è centrata oggi la catechesi. Lidia “era una schiava che aveva uno spirito di divinazione e procurava molto guadagno ai suoi padroni” con il mestiere dell’indovina. “I suoi padroni guadagnavano tanto e questa povera schiava faceva l’indovinatrice. Indovinava il futuro, leggeva le mani come dice la canzone, 'prendi questa mano zingara'. E per questo la gente pagava”. Già tre anni fa c’era stato sull’esoterismo il monito del Papa: “Non fidatevi di cartomanti e presunti veggenti”. Nella messa celebrata alla residenza Santa Marta, Francesco evidenziò il 26 aprile 2016 la radicale incompatibilità della fede cristiana con il sempre più diffuso ricorso a pratiche magiche e superstiziose. Il Pontefice mette in guardia i fedeli da “delinquenti e contrabbandieri di verità”. perché “solo chi segue Gesù non sbaglia”. Alla larga da “quelli che non sono Gesù, che entrano dalla finestra, sono briganti, distruggono e ingannano”. Nella vita quotidiana, infatti, le decisioni vanno prese esclusivamente “in nome di Gesù e non di contrabbando”. Alle “villas miseria”, le baraccopoli di Buenos Aires dove Jorge Mario Bergoglio è stato prete di strada tutta la vita, fattucchiere e maghi sono presenze incombenti e capillarmente diffuse. Francesco riferisce la confidenza ricevuta da un parrocchiano argentino: “Le cose sono difficili, tante volte non vedo chiaro cosa fare, mi hanno detto che là c’è una veggente e sono andato là dal cartomante che mi ha girato le carte”.

Marketing dello pseudo-sacro

Nel libro intervista “Il nome di Dio è misericordia”, Francesco approfondisce un fenomeno in continua crescita. “Dobbiamo chiederci perché così tante persone, uomini e donne, giovani e anziani di ogni estrazione sociale, oggi ricorrano ai maghi e ai chiromanti”, sottolinea il Pontefice. E cita lo scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton: “Chi non crede in Dio, non è vero che non crede in niente, anzi comincia a credere a tutto”. Francesco riferisce il racconto di un amico: “Ai tempi di mia nonna bastava il confessore, oggi tante persone si rivolgono ai chiromanti, oggi si cerca salvezza dove si può”. Commenta Bergoglio: “Ci sono sempre stati indovini, maghi, chiromanti, ma non c’era così tanta gente che cercava presso di loro salute e guarigione spirituale”. Infatti, “le persone cercano soprattutto qualcuno che le ascolti, qualcuno disposto a donare il proprio tempo per ascoltare i loro drammi e le loro difficoltà”. Il Papa lo chiama “l’apostolato dell’orecchio”. E aggiunge: “E’ tanto importante, perciò ai confessori mi sento di dire: parlate, ascoltate con pazienza, dite anzitutto alle persone che Dio vuole loro bene”. L’unico antidoto alla superstizione. Tredici milioni di italiani si rivolgono, dunque, a maghi, cartomanti, guaritori.

La deriva dell’occidente secolarizzato

Chesterton aveva previsto che l’occidente secolarizzato e ateo si sarebbe lasciato manipolare da santoni, guru, veggenti e professionisti del marketing del sacro. Senza difese. Culti “fai da te” una resa incondizionata all’ astuzia di chi vende la fede light e il paradiso in terra. L’esorcista e sacerdote di “frontiera” don Aldo Buonaiuto, anima il Servizio AntiSette della Comunità Papa Giovanni XXIII, ente internazionale di diritto pontificio fondato da don Oreste Benzi. “Nel fiorente supermarket globalizzato delle false credenze, si finisce nel mondo dell’occulto anche attraverso canali apparentemente innocui come le tendenze New Age, i culti 'fai da te'. I potenziali adepti sono contesi in Rete dalle mille sigle delle false credenze religiose – spiega don Buonaiuto, autore sul tema del libro Gli artigiani del diavolo, in uscita per Rubbettino -. E’ un mercato che riannoda i fili dei misteriosi rapporti tra occultismo, musica e messaggi veicolati attraverso mezzi di comunicazione, film, web. Connessioni segrete ricollegano fenomeni di massa: boom del fantasy, falsi culti alternativi, festa di halloween, oscura galassia esoterica, finti esorcismi, magia, nichilismo. Un mix di inganni, frodi, mistificazioni”. Sono 30 mila gli italiani (dati Codacons) che ogni giorno chiedono un consulto a maghi, astrologi e veggenti. Un fenomeno trasversale che riguarda tutti i ceti sociali e che si misura nell’ aumento dei casi affrontati dal numero verde Antisette (800228866): 851 istanze nel 2007 diventate 1.403 nel 2018. Un ginepraio composto da false promesse, abusi sessuali, allontanamenti da famiglie e amici oltreché da un impoverimento economico, che si traduce in un fatturato di 8 miliardi di euro, secondo un rapporto del Codacons sui ciarlatani che promettono cure immaginarie. “Non esistono leggi per contrastare questa vera e propria emergenza – documenta don Buonaiuto -. Sono i familiari di chi si rivolge a santoni e guru per motivi di salute a denunciare alle autorità competenti le truffe. Spesso ciò avviene quando ormai è troppo tardi e la salute del malcapitato è compromessa. Sempre più gruppi settari si propongono agli individui promettendo salute e felicità permanenti”.

Adescamento e manipolazione

Le vittime cadono in trappola “attraverso la lettura di libri che stimolano curiosità e nei quali si consigliano siti web per approfondire determinati argomenti. Da lì ci si iscrive a dei seminari e il gioco è fatto”. Una volta che ci si introduce in determinati gruppi ben congeniati, che promettono successo nel lavoro e negli affetti, salute, felicità, ci si ritrova circondati da persone di bell’ aspetto, sorridenti, curate, fiere. Il fanatismo è un tratto essenziale di quella che, per le associazioni anti-sette, è una “manipolazione mentale attuata minuziosamente“. Un abuso psicologico costante a cui, nella maggioranza dei casi, segue quello economico. Gli adescatori delle sette si mascherano spesso dietro una facciata religiosa per raggirare le vittime e ricercare profitti personali. E , allo stesso modo, molti gruppi totalitari si nascondono dietro l’ etichetta religiosa per perpetrare abusi e altri comportamenti criminali. Nell’ultimo anno l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria ha inviato a varie procure, le numerose segnalazioni arrivate da genitori in fase di separazione che imputano il cattivo agire dei rispettivi coniugi alla loro appartenenza a sette pseudo cristiane. “A suscitare l’ attenzione delle autorità inquirenti e giudiziarie sono soprattutto le ricadute sui bambini, fisiche oltreché psichiche – sottolinea il Garante calabrese dell’ infanzia e adolescenza, Antonio Marziale, fondatore dell’ Osservatorio nazionale sui diritti dei minori -. Nelle denunce si parla anche di strani segni sui loro corpi, così come di coincidenze che, alla fine, non possono più essere lette come tali: stesse date di allontanamento dal tetto coniugale, stesse parole di commiato, stessi atteggiamenti dei bambini nell’ allontanare il genitore incolpevole ma bollato come 'infedele', stesse dinamiche generali di comportamento”. Le segnalazioni riguardano, oltre alla Calabria, altre tre regioni. Le denunce coincidono per fatti, segnali e tipologia di manipolazione mentale al punto da far ritenere ai magistrati che la separazione dei coniugi sia tra le peculiarità di alcune sette pseudo-cristiane che contano centinaia di adepti e all’ interno delle quali sono segnalate le forme frequenti e dolorose di lesione dei diritti dei minori. “E ciò è causa di gravissime forme di devianza”, aggiunge il sociologo Marziale.

Isolare per controllare

La strategia è “isolare per controllare senza barriere né filtri critici”, spiega il Garante. Carolina oggi ha 40 anni, ma ne aveva 30 quando si è introdotta, con la sua famiglia, in un’associazione che prometteva la guarigione da ogni malattia, curandosi attraverso una dieta alimentare. Il primo è stato il fratello, che si era ammalato gravemente a seguito di un’infezione contratta attraverso un virus, poi la madre, convinta che il figlio ne avrebbe tratto giovamento. Infine lei, con problemi di salute non risolti e che, dopo due anni, era arrivata a pesare 35 chili nei suoi 168 cm di altezza. Un inferno durato 10 anni, che è costato a queste tre persone la perdita di molti soldi. Sono stati costretti a lavorare gratis e a indebitarsi per terapie e corsi di formazione. Poi un’ infinità di regole e divieti: vietato tagliarsi capelli e unghie due volte a settimana, per le donne niente trucco e gonne lunghe, divieto di lavarsi durante il ciclo mestruale. Gli uomini non potevano indossare abiti viola o verdi, divieto di frequentare scuole e ballare. Ogni mattina era obbligatorio recitare un mantra orientale per un’ ora. Non si potevano usare cellulari né Internet né nutrirsi di qualcosa che non fosse prodotto in casa perché considerato cancerogeno. Il cibo andava mangiato molto lentamente e consisteva sempre in verdure, cereali e legumi, senza condimenti. Inoltre era proibito rivolgersi ai medici. Chi lamentava qualche sintomo veniva rimproverato pubblicamente: il malanno era sempre attribuito al mancato rispetto di qualche astrusa regola alimentare. Carolina racconta che la dieta, inizialmente, produceva alcuni benefici alla salute e che il guru della setta sosteneva che, andando avanti e seguendo tutto alla lettera (così come indicato dalla ristretta cerchia di persone a lui più vicine, “i capi”), gli adepti sarebbero guariti da ogni male. Il culto della personalità del “maestro” veniva creato attraverso vacanze studio a pagamento in cui per 2 settimane le vittime venivano bombardate con i messaggi video del guru. Dopo alcuni mesi, durante i quali si mangiava poco, si lavorava continuamente senza percepire retribuzione ma solo per la “giusta causa” del gruppo, Carolina si rese conto che chi contravveniva alle regole, prima veniva colpevolizzato e poi picchiato dai membri del “nucleo centrale” della setta. Tenebre senza spiragli possibili. E così la donna ha deciso di uscire dalla setta solo quando non ce l’ha fatta più a subire abusi, arrivata alle soglie dell’ anoressia e preoccupata per il fratello e la madre, anche loro in condizioni di grave disagio psicologico.

I rischi delle tecniche orientali

Tra gli adepti di molti gruppi alternativi si ostenta un disprezzo per la cultura occidentale ripreso dalla polemica del ’68 di stampo marxista-comunista. Movimenti esoterici ispirati a fedi estranee alla tradizione ebraico-cristiana acquistarono la loro visibilità sociale proprio alla fine degli anni sessanta. Il percorso più comune dei giovani reclutati da culti orientali è stato dal marxismo all’ esoterismo. Sorsero, come ricostruisce Cecilia Gatto Trocchi nei suoi studi sui nuovi movimenti religiosi, “nell’ambito del movimento studentesco”. Il buddismo zen, sconosciuto prima degli Anni 60, aprì le sue sedi a Roma Milano e a Bologna tra il 1971 e il 1973. E arrivò, nello stesso periodo, la meditazione trascendentale e il proselitismo di Krishna e Osho. “Spesso i familiari che intendono sottrarre i loro cari alla manipolazione della setta, si trovano a scontrarsi con mitologie di gruppo che sfociano in un nomadismo culturale che induce gli adepti ad abbandonare una setta per rifugiarsi in un’altra – precisa don Aldo Buonaiuto -. I sistemi cripto-totalitari delle sette seducono i potenziali seguaci attraverso un indottrinamento magico-spriritualistico che arriva a eliminare il linguaggio tradizionale per sostituirlo con quello specifico della comunità”.

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