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Grave gesto antisemita in Danimarca

Ancora un grave episodio di antisemitismo desta l'Europa, in un momento storico in cui i focolai di questo sentimento sembrano star pericolosamente rifiorendo: più di 80 lapidi del cimitero ebraico di Randers, in Danimarca, sono state profanate con gesti vandalici che, come riportato dal quotidiano locale Randers Amtsavis, si sono tradotti in danneggiamenti, imbrattamenti e, in alcuni casi, con il rovesciamento delle lapidi. La denuncia è arrivata per voce del sindaco Torben Hansen, il quale ha replicato ai vandali che la cittadinanza continuerà ad avere cura del luogo di sepoltura che la città di Randers ospita da più di 110 anni: “Abbiamo uno dei più antichi siti di sepoltura ebraici – ha detto il primo cittadino – e lo custodiremo sempre“.

La coincidenza

Sul grave episodio sta indagando la polizia danese anche se, fin da subito, è stata ritenuta non casuale la coincidenza dei gesti vandalici con l'anniversario numero ottantuno della Notte dei cristalli, avvenuta in Germania fra il 9 e il 10 novembre del 1938, nella quale il Partito nazista ordinò la repressione di ogni attività commerciale ebraica e la distruzione di ogni luogo di culto, aggregazione e case private appartenenti a famiglie di ebrei. Un episodio gravissimo e di chiara marca antisemita, anche in virtù di una Stella di David su sfondo giallo e con la scritta “Jude” applicata su una delle lapidi, mentre altre sono state imbrattate con della vernice verde.

La lettera di Rivlin a Segre

La profanazione del cimitero di Randers è avvenuto, inoltre, nel giorno in cui il presidente israeliano Reuven Rivlin ha manifestato la propria solidarietà alla senatrice a vita italiana Liliana Segre, vittima di insulti e minacce da parte degli haters e, per questo, dotata di una scorta. Il presidente israeliano si è detto “inorridito di aver sentito la notizia che minacce antisemite abbiano reso necessario ricevere protezione per assicurare la sua incolumità”. Rivlin ha inoltre invitato Segre nel suo Paese, affermando che “sarebbe un grande onore mio personale e per lo Stato di Israele, accoglierti a Gerusalemme e in Israele”, dicendosi inoltre costernato che “le circostanze della mia lettera siano così dolorose. Non ci sono parole per esprimere adeguatamente il mio orrore e il mio disgusto che tu debba essere esposta a tale comportamento criminale. Come sopravvissuta alla Shoah hai visto le conseguenze terribili e tragiche dell'antisemitismo se non fermato”.

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