E'iniziata davvero la fase clou dell'indagine su Donald Trump, quella che potrebbe portare all'impeachment. Diretta tv, testimoni in chiaro, con in ballo un'accusa di abuso di potere da cui potrebbe determinare la tenuta dell'attuale guida della Casa Bianca e, per inciso, degli Stati Uniti tutti. C'è il tema Ucraina al centro del dibattito, le presunte pressioni esercitate dal presidente sul suo omologo Volodymyr Zelenskij affinché indagasse su Hunter Biden, figlio di Joe e delegato di una società ucraina. In cambio di favori, ed è questo il nodo chiave su cui l'inchiesta si snoda, con i primi due testimoni che arrivano davanti alle telecamere pronti a rivelare “on air” la loro verità su questa faccenda. Ci sono William Taylor, ambasciatore Usa a Kiev, e George Kent, sottosegretario al dipartimento di stato con delega all'Europa davanti alle telecamere: la loro è la prima versione destinata a finire nel fascicolo da cui si determinerà o meno la procedura di impeachment.
Le testimonianze
Tutto in alto mare ancora, e l'uomo che presiede, il deputato Adam Schiff, lo spiega in apertura affermando come manchino “ancora pezzi importanti all'inchiesta perché il presidente impedisce ad alcuni testimoni di presentarsi”. Nel corso dell'indagine, che verrà condotta “senza rancore e senza ritardo”, come richiesto dai democratici, non verrà mai fuori il nome dell'informatore, la talpa dal cui dossier partì tutto, ancora senza nome e al momento inserita in un programma di protezione. Per Kent, il primo a deporre, il comportamento di Giuliani (che parlò con i rappresentati ucraini) nel voler “architettare indagini politicamente motivate” contro i Biden lo preoccupava, e tali indagini sarebbero secondo lui alla base dell'allontanamento dell'ambasciatrice Usa a Kiev Marie Yovanovitch. Ma è la testimonianza dell'ambasciatore Taylor a lasciare qualche curiosità in più, in quanto ha sostenuto come l'indagine a carico dei Biden fosse la cosa di maggiore importanza per il presidente, arrivando ad affermare che a un membro del suo staff fu detto che Trump era sempre più preoccupao di spingere per avere detta indagine. E, mentre il Tycoon spiega di non ricordare di aver fatto tali commenti, si parla di una telefonata tra lui e l'ambasciatore Usa presso l'Ue Gordon Sondland, in cui quest'ultimo dichiarava che “gli ucraini erano pronti ad andare avanti”. A seguito della chiamata, il membro del personale “ha chiesto all'ambasciatore Sondland cosa pensasse il presidente Trump dell'Ucraina”, il quale avrebbe risposto che “il presidente Trump si preoccupa delle indagini su Biden più di qualsiasi altra cosa”.