E'entrata nuovamente in azione la nave Open Arms che, alle prime luci dell'alba, ha soccorso un barcone in fase di affondamento sul quale erano imbarcate 73 persone, per la maggior parte uomini. A riferirlo è stata la stessa ong che, via Twitter, ha reso noto l'intervento effettuato, spiegando che a bordo si trovano ora “69 uomini, 4 donne, 2 bimbi di 4 e 3 anni e 24 minori che viaggiavano soli”. Secondo quanto riportato dai volontari, molte persone imbarcate ora sulla nave dell'ong spagnola avrebbero riportato gravi casi di choc traumatico, oltre che “ustioni di secondo e terzo grado, ipotermia grave e disidratazione”. Molti di loro, inoltre, avrebbero riportato ferite d'arma da fuoco, delle quali al momento non è chiara l'origine. I migranti sono stati medicati dai due medici volontari presenti sulla nave. Secondo le indicazioni fornite dall'equipaggio di Open Arms, il salvataggio sarebbe avvenuto al largo delle coste libiche, a circa 50 miglia in direzione nord da Az Zawiya.
In 125 su Ocean Viking
Il caso Open Arms va ad aggiungersi a quello di Ocean Viking, che nelle scorse ore ha effettuato un nuovo soccorso a un gommone in difficoltà, salvando 30 persone. Ora, a bordo della nave di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere sono imbarcate 125 persone, stipate sul ponte e in attesa di conoscere la propria destinazione. Al momento, invece, non ci sono notizie relative all'allarme lanciato nella notte dal centralino Alarm Phone, il quale segnalava un naufragio in pieno Mediterraneo costato la vita ad almeno 67 persone. La presunta tragedia del mare era stata riferita da un pescatore che, poco prima, aveva telefonato all'osservatorio riferendo dell'affondamento. Nelle ore successive, tuttavia, non sono state date conferme. Il tutto mentre le unità di Guardia Costiera di Libia e Tunisia avrebbero effettuato alcune operazioni al largo delle proprie coste, intercettando e riportando indietro alcuni barconi, per un totale di circa 200 persone fatte tornare al punto di partenza.