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Bagarre sul Mes, vertice a Palazzo Chigi

Servirà un vertice per la quadra sul caso Mes: non è chiaro quando, se non che sarà presumibilmente nelle ore della cena. I partiti di maggioranza le indicazioni le hanno date in modo vago ma, di sicuro, quello atteso a Palazzo Chigi potrebbe rivelarsi il punto x dell'intero dibattito sul Salva-Stati. Un elemento divisivo ma che, secondo il premier Giuseppe Conte, non è comunque sufficiente per poter parlare di crisi: “No – ha detto ai giornalisti -. Ogni volta, a ogni passaggio un po' delicato, si ragiona sempre del rischio del Governo. Questo Governo andrà avanti”. Avanti perché, ha spiegato il presidente del Consiglio, il Paese ha tante urgenze, ha tanti problemi anche strutturali da risolvere”. Il Mes rischia di non essere l'ultimo della fila, visto che sul tema si è scomodata anche l'Europa, secondo la quale l'ipotesi del rinvio è difficile e, peraltro, non avvantaggerebbe Roma.

Le parole di Conte

Nel frattempo, in attesa che il vertice di Palazzo Chigi schiarisca le idee, il premier Conte insiste sul punto della tenuta del governo, allontanando decisamente le ipotesi di una caduta su un dossier che separa ma non allontana, in teoria, in modo definitivo le forze di maggioranza: “Noi – ha detto il presidente del Consiglio – offriamo delle risposte concrete. Lo abbiamo già dimostrato e lo stiamo dimostrando con questa manovra, finanziaria ed economica. E ancor di più lo dimostreremo appena l'avremo approvata con un piano di riforme strutturali e con un cronoprogramma serrato, molto impegnativo, al quale lavoreremo con tutte le nostre forze dalla mattina alla sera. Noi offriamo un progetto politico, un futuro sostenibile e credibile a questo Paese. È per questo che non andremo a casa”.

Salvini e Di Maio

Lo stesso Conte aveva annunciato qualche giorno fa che lunedì si sarebbe presentato alla Camera per relazionare sul Salva-Stati, incalzato dal pressing delle opposizioni ma, a quanto sembra, sicuro delle ragioni del governo a sua guida, il primo e il secondo. In giornata, era stato di nuovo il leader della Lega, Matteo Salvini, a sferrare l'attacco al premier: “Il Mes ruba ai poveri per dare ai ricchi. Ruba i soldi ai risparmiatori italiani per finanziarie le banche tedesche. Sono i Paesi che stanno meglio che dovrebbero aiutare quelli che stanno peggio. Se hai firmato qualcosa che non avevi il permesso di firmare dimettiti e chiedi scusa perché con i risparmi degli italiani non si scherza. Per questo ho convocato Conte lunedì”. Toni diversi ma sostanzialmente d'accordo sulla pausa di riflessione il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “L'Italia non può pensare di firmare al buio, è bene che ci sia una riflessione. Quando avremo letto tutto, potremo verificare se il pacchetto convenga all'Italia oppure no. Secondo me, è sano non accelerare in maniera incauta, ma difendere i propri interessi, è bene che i negoziati proseguano con il protagonismo dell'Italia”. Dura la replica del Pd: “Dopo le parole di Di Maio – ha detto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini – aspettiamo i fatti, in gioco in queste ore c'è la credibilità dell'Italia, lo spread e i mercati”.

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