Aveva 14 anni, era vestito con gli abiti leggeri ai quali era abituato in Costa d'Avorio e si chiamava Ani Guibahi Laurent Barthélémy il ragazzino trovato morto l'8 gennaio scorso nel carrello di atterraggio di un aereo Air France arrivato a Parigi da Abidjan, in Costa d'Avorio. A riferirlo è il ministero dei Trasporti ivoriano.
Una falla nella sicurezza dello scalo
Ani Guibahi Laurent Barthélémy, nato il 5 febbraio del 2005 a Yopougon, era allievo della classe 4° in una scuola situata a Niangon Lokoua e l'identità è stata confermata dai genitori. Il ministero, a partire dall'8 gennaio, ha istituito una commissione investigativa presieduta dal direttore generale dell'Autorità nazionale per l'aviazione civile, che comprendeva, oltre all'Anac, la polizia nazionale, la gendarmeria nazionale, l'ambasciata francese, Air France e Avisecure. Secondo quanto emerso dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza, Laurent Barthélémy ha afferrato il carrello quando l'aereo stava per decollare alle 22.55. Il governo, oltre a rinnovare il cordoglio alla famiglia, rassicura gli utenti e gli operatori dell'aeroporto di Abidjan sul fatto che le circostanze di questo dramma non rischiano di mettere in discussione gli importanti risultati ottenuti che hanno portato a certificazioni di sicurezza in aeroporto, specificando inoltre di essersi impegnato a rafforzare ulteriormente le disposizioni di sicurezza nell'area.
La dinamica della tragedia
“E' morto di freddo, sognando l’Europa, nel carrello di un aereo che viaggiava da Abidjan a Parigi- commenta la Comunità di Sant’Egidio, che da anni, con le Scuole della Pace, si impegna in tante parti del mondo, anche in Costa d’Avorio, ad offrire un futuro ai minori delle periferie-. Questa tragedia, simile a quella dei due adolescenti guineani, Yaguine e Fodé, morti nell’agosto del 1999 sull’aereo che li portava Belgio, deve spingere l’Europa ad ascoltare il grido dell’Africa favorendo in modo concreto e urgente il suo sviluppo e i Paesi africani a preoccuparsi dei tantissimi loro giovani che chiedono scuola, lavoro, futuro”.
Spazio strettissimo
“Il piccolo era riuscito a penetrare in una incredibile breccia nella sicurezza dell'aeroporto ivoriano e si era arrampicato sulle ruote del carrello, infilandosi nell'alloggiamento dove poi il carrello stesso viene ritirato dopo il decollo- ricostruisce l'Ansa-. Uno spazio strettissimo dove si rischia di finire stritolati, privo di ogni riscaldamento e di pressurizzazione. Lì, il bambino ha trascorso la notte, probabilmente senza riuscire a superare la prima ora, quelle in cui l'aereo la quota di crociera fra i 9.000 e i 10.000 metri“. Air France ha parlato di “dramma umano”, la procura ha affidato alla Gendarmeria del Trasporti aerei l'inchiesta. “Se i casi di passeggeri clandestini, soprattutto adolescenti, nascosti nel vano del carrello di atterraggio, sono stati numerosi, l'ultimo registrato in Francia risaliva all'aprile del 2013- sottolineaa l'Ansa-. Anche in quel caso si trattava di un ragazzino che aveva tentato il tutto per tutto per arrivare in Europa dal Camerun, il suo Paese. Fonti della sicurezza aerea ivoriana hanno fatto notare che al di là del dramma umano, emerge una breccia enorme nella sicurezza dell'aeroporto Felix Houphouet-Boigny di Abidjan”. Dopo la terribile scoperta sono state immediate le reazioni di associazioni, Ong e collettivi di difesa degli immigrati.