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“Un canale preferenziale per le denunce di scomparsa”

A“Storie italiane”, il programma di Rai 1 condotto da Eleonora Daniele, sono state approfondite, con la presenza in studio e in collegamento di familiari delle vittime, inviati sul posto ed esperti, alcune vicende di cronaca accomunate dalla tragedia della scomparsa di una persona di cui da allora non si hanno più notizie. In particolare la trasmissione ha fatto il punto sugli ultimi sviluppi investigativi nei casi di tre donne apparentemente svanite nel nulla: Samira El Attar, Giusy Ventimiglia e Cristina Golinucci. Inoltre è stato affrontato, alla luce degli elementi recentemente emersi, il mistero di Mauro Romano, il bambino scomparso a 6 anni nel 1977 a Racale, in provincia di Lecce. C'è,infatti, la nuova pista delle ossa trovate in un pozzo  nel corso di una ispezione. i resti umani potrebbero appartenere al bambino scomparso il 21 giugno 1977 e mai più trovato. I genitori chiedono di riaprire le indagini

L'appello 

In lacrime Bianca Colaianni, la mamma di Mauro Romano, ha espresso in diretta la propria disperazione per una verità finora attesa invano lungo quattro decenni. “Ho sentito in tv la storia di un ragazzo che ha deciso di lasciarsi morire e lo capisco, ringrazio la trasmissione e voi tutti per l'affetto e la vicinanza, ma non ce la faccio più a vivere in questa situazione, mi viene voglia di lasciarmi morire, potrò trovare pace e serenità solo se almeno potrò piangere su quelle povere ossa, non so se ce la farò”, ha detto piangendo.Uno sfogo raccolto e consolato da don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII. “Noi possiamo solo provare a intuire il dolore di una mamma di fronte a una tragedia del genere – ha detto don Buonaiuto a Bianca Colaianni -. Può capirlo solo chi come te ha subito la perdita di un figlio e in più ha dovuto sopportare per tutti questi anni la mancanza di verità. Davanti al danno indescrivibile e al fitto mistero con i quali devi convivere da oltre quarant'anni, il tuo grido di giustizia deve arrivare al cuore delle istituzioni e sollecitare un salto di qualità sul piano investigativo”. Quindi, esorta don Buonaiuto rivolgendosi a mamma Bianca, “proprio ora che affiorano nuovi elementi di indagine, tu che hai lottato finora, non puoi arrenderti, anzi è questo il momento in cui è più necessario il tuo coraggio: servono tutte le tue energie, non ti puoi arrendere, devi fare ricorso a tutta la tua forza interiore perchè questa è una fase importantissima affinché, anche grazie al tuo generosissimo cuore di mamma, alla tua perseveranza e alla tua insistenza, la verità possa finalmente venire alla luce”. E, prosegue il sacerdote impegnato in prima linea a difesa degli ultimi, “tu mamma Bianca insegni a tutti cosa significa realmente essere genitori, tu sei un modello per tutte le madri. Le parole suonano povere davanti a drammi come il tuo ma tu doni coraggio a tutti i genitori che si trovano in una situazione di sofferenza come la tua. E ora non sei più sola perché grazie alla trasmissione di Eleonora Daniele hai l'affetto di tutti gli italiani che ti abbracciano e che sostengono il tuo impegno eroico e incessante per avere giustizia. Nella tua missione di ricerca della verità non sei più sola, mamma Bianca”.

Accompagnare e sostenere

Poi, a conclusione e a bilancio, delle vicende raccontate oggi a Storie Italiane, don Buonaiuto ha fatto propria e ha rilanciato la denuncia dei familiari delle persone scomparse. “Il loro appello deve arrivare al cuore delle istituzioni affinché venga davvero manifestata l'intenzione di cambiare le leggi in modo da dare assoluta priorità alle segnalazioni di casi di scomparsa: questo tipo di denunce devono avere una corsia preferenziale fin dal primo istante in cui vengono formulate, perché i primi momenti sono i più importanti per la soluzione dei casi  e spesso è una questione di poche ore a fare la differenza tra una soluzione positiva e un esito negativo di una vicenda – avverte il sacerdote di frontiera -. E poi lo Stato deve accompagnare e sostenere in ogni fase i familiari delle persone scomparse. Le istituzioni, a livello locale e nazione, non devono mai dimenticarsi di loro”.

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