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Catalfo: “Sostegno economico per le famiglie in difficoltà”

Per aiutare le famiglie che si trovano in difficoltà, che in Italia erano 5 milioni nel 2018, è necessario dare loro un sostegno economico, ma allo stesso tempo andare oltre e dare loro anche un progetto di vita, un percorso che li aiuti ad avere un’indipendenza futura”. Lo ha affermato questa mattina Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, intervenendo in piazza del Popolo, a Roma, alla giornata dedicata al progetto “WelfareLab”, cofinanziato dal ministero e promosso da Acli, Cta, Next e Us Acli. “Questo aiuto – ha proseguito Catalfo ripresa dal Sir – si può dare attraverso i servizi sociali, prendendo in carico i nuclei familiari e capendo come e su quali problematiche intervenire, ma anche con l’importantissimo aiuto delle associazioni del terzo settore come le Acli, che attraverso progetti come questo intercettano e aiutano le persone che hanno bisogno”. “È fondamentale quindi il lavoro di rete – ha concluso –, perché il disagio raggruppa più problematiche (ad esempio la dispersione scolastica, la mancanza di lavoro o la bassa scolarizzazione) e la rete aiuta a intervenire sui particolari bisogni del Paese”.

WelfareLab

“WelfareLab è un’iniziativa unica nel panorama nazionale perché ha permesso un approccio nuovo alla povertà che supera quello tradizionale, molto spesso ridotto a un singolo gesto di carità, e coinvolge le persone in difficoltà a 360° puntando anche sul raggiungimento del loro benessere”, ha spiegato questa mattina il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, intervenendo in piazza del Popolo, a Roma. “Crediamo e speriamo – ha concluso Rossini – che questo progetto possa essere replicato perché è un esempio di come, coinvolgendo diversi attori sociali, tra cui istituzioni nazionali e territoriali e mondo del Terzo Settore, si persegue insieme il bene di una comunità”. “La sperimentazione romana di WelfareLab ci ha consentito di valorizzare e consolidare un modello di intervento sociale integrato e innovativo di contrasto alle povertà che mira a prendere in carico la persona e la famiglia a tutto tondo attraverso la peculiarità delle porte sociali incentrate sul lavoro di rete per rispondere ai bisogni primari, garantire l’esigibilità dei diritti, promuovere politiche attive e occasioni di aggregazione”, ha aggiunto Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma. “Da questa esperienza – ha spiegato – è emersa la necessità non più rinviabile di un nuovo modello di welfare sartoriale e promozionale fondato sull’ascolto dei bisogni, capace di offrire risposte integrate e coerenti, valutare l’impatto attraverso la misurazione della soddisfazione e dell’efficacia delle risposte date, valorizzare e mettere a sistema le buone pratiche sperimentate dalle tante realtà sociali della città al fine – ha concluso – di trasformarle in ‘buone politiche’”.

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