Rafah, Netanyahu annuncia l’operazione: “Annienteremo Hamas”

Il premier israeliano fa sapere che l'operazione di terra si farà, nonostante l'opposizione dei partner: "Finire la guerra prima di aver raggiunto gli obiettivi? Inaccettabile"

Rafah
Foto di Emad El Byed su Unsplash

Il premier israeliano, nonostante le pressioni internazionali e la possibilità di una tregua basata sul rilascio degli ostaggi, annuncia l’operazione militare a Rafah. Con l’intento dichiarato di “annientare” la presenza di Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo Netanyahu, infatti, l’idea di interrompere il conflitto prima di aver raggiunto gli obiettivi è considerata inaccettabile. Gli Stati Uniti ribadiscono la loro contrarietà: “Non vogliamo un’operazione via terra”.

Rafah, Netanyahu sfida i partner

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato, durante un incontro con i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi e delle famiglie, che “l’idea di porre fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile.

Noi entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale”.

“No” degli Stati Uniti

“La nostra posizione è sempre la stessa: non vogliamo un’operazione di terra a Rafah”, ha ribadito il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti rispondendo ad una domanda sulle ultime dichiarazioni di Netanyahu. Intanto il Wall Street Journal ha anticipato i contenuti della proposta sulla tregua a Gaza, che Israele ha contribuito a formulare ma che non ha ancora accettato, come d’altra parte Hamas.

Il piano anti-Rafah

Il piano prevedrebbe due fasi: la prima implicherebbe il rilascio di almeno 20 ostaggi in tre settimane per un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La seconda fase includerebbe un cessate il fuoco di 10 settimane durante le quali Hamas e Israele si accorderebbero su un rilascio più ampio di ostaggi e su una pausa prolungata nei combattimenti che potrebbe durare fino a un anno. La durata della prima fase potrebbe essere prolungata di un giorno per ogni altro ostaggio.

Tregua, l’ipotesi si sgonfia

Sebbene l’ala politica di Hamas abbia inizialmente risposto positivamente, scrive il Wall Street Journal, l’organizzazione terroristica si è poi lamentata del fatto che i termini non facessero alcun riferimento esplicito alla fine della guerra, hanno detto funzionari egiziani a conoscenza dei colloqui. Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza, è ampiamente considerato il principale decisore nei colloqui.

I delegati di Hamas che erano al Cairo hanno detto che si consulteranno con l’ala militare e le altre fazioni a Gaza e torneranno a riferire. Ma, hanno avvertito, la proposta attualmente non fornisce garanzie chiare che Israele faccia sul serio riguardo alla seconda fase dell’accordo.

Fonte: Ansa