“Non ci sono le condizioni per garantire quella serenità che mi è necessaria”. Con due lettere, una ufficiale indirizzata ai vertici del teatro, l’altra più privata destinata al sovrintendente Carlo Fuortes, Riccardo Muti ha detto addio al Teatro dell’Opera di Roma. Una decisione che mette in difficoltà il centro culturale. Il grande maestro avrebbe infatti dovuto dirigere l’Aida e le Nozze di Figaro che erano già in cartellone per la prossima stagione. Le istituzioni del Costanzi (tra cui il sindaco Marino che ne è il presidente) puntano il dito contro gli scioperi e le polemiche che in questi mesi hanno complicato l’attività del teatro.
Sulle inattese dimissioni di Muti è intervenuto anche il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: “Capisco – ha detto – le ragioni che lo hanno portato a questa scelta, dolorosa per lui e per tutti”. Il numero uno del Mibact ha duramente criticato le “resistenze corporative e autolesionistiche” che ostacolano il “cambiamento che la musica e la lirica italiana attendono da troppo tempo per stare al passo coi tempi”. Fuortes, leggendo alcuni passi della missiva, ha reso note le motivazioni di Muti che ha dovuto constatare il “perdurare delle problematiche emerse durante gli ultimi tempi”.
“Purtroppo – ha scritto il maestro – nonostante tutti i miei sforzi per contribuire alla vostra causa, non ci sono le condizioni per poter garantire quella serenità per me necessaria al buon esito delle rappresentazioni”. Nella lettera privata Muti ricorda al Sovrintendente “tanti reciproci sfoghi sull’argomento, la tristezza e la delusione di fronte a molti episodi vissuti”. Il maestro non ha svelato nulla sul suo futuro. Ha solo detto che quando sarà in Italia si occuperà dei giovani della sua Orchestra Cherubini.