In & Aut Festival”, un nuovo modello di inclusione per le persone con autismo

Le diverse iniziative di inclusione che si svolgeranno nel corso di "In & Aut Festival" il quale si terrà a Milano dal 17 al 19 maggio raccontate a Interris.it dalla dott.ssa Samantha Lentini, tra gli ideatori dell'iniziativa

scuola
Foto di Tara Winstead: https://www.pexels.com/it-it/foto/cuore-modello-gioco-partita-8386122/

Informare e diffondere contenuti sui disturbi dello spettro autistico è fondamentale per generare una società più inclusiva. L’autismo una condizione che coinvolge oltre 600 mila persone in Italia, di cui 1 su 77 è un bambino tra i 7 e i 9 anni e che oltre alla scarsità di risorse per gestire la situazione, spesso devono affrontare anche la mancanza di consapevolezza e conoscenza da parte della società intera. Queste motivazioni hanno fatto sì che, pochi anni fa, un gruppo di persone volenterose, si siano riunite per dar vita ad una particolare iniziativa di sensibilizzazione chiamata “In & Aut Festival” il quale si svolgerà a Milano dal 17 al 19 maggio. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione, ha intervistato la dott.ssa Samantha Lentini, una delle principali ideatrici di questa iniziativa.

Foto di Nadine Shaabana su Unsplash

L’intervista

Dott.ssa Lentini, come nasce e che obiettivi ha “In & Aut Festival”?

“’In & Aut Festival’ nasce nel 2021, dall’incontro fortunato tra me, Francesco Condolucci, papà di un bambino autistico ed Eugenio Comincini, allora senatore della Repubblica che stava dando vita alla legge nazionale che favorisce l’inclusione lavorativa delle persone con autismo. Ci siamo trovati a mangiare una pizza da ‘PizzAut’ e ci è venuto in mente quanto sia importante far conoscere al grande pubblico, ma soprattutto a chi non è addetto ai lavori l’importanza di promuovere pratiche di inclusione per le persone autistiche in particolare e, in generale, per le persone con disabilità. Da questo incontro è nato il desiderio di realizzare un festival che potesse portare al suo interno le anime che fanno parte della società civile; quindi, le istituzioni centrali e locali che si occupano di favorire l’inclusione attraverso le leggi, una collaborazione con le aziende, nell’ottica di una promozione dell’inclusione lavorativa, le famiglie e le persone con autismo, ma anche le realtà sociali che tanto stanno facendo in questo senso. Da ciò è nato il desiderio di creare questa bella cornice rappresentata dal Festival ‘In & Out” il quale, come tutte le belle cornici, sa valorizzare ancora di più il quadro che è al suo interno, rappresentato dal lavoro svolto quotidianamente da tutte le realtà che operano a favore dell’inclusione delle persone con autismo. Questo, pertanto, è l’obiettivo del Festival e, dall’edizione 2022, che è stata la prima occasione nazionale inaugurata dall’allora presidente del Senato Casellati. Da lì è nata un’associazione, la quale ha avuto i natali ad ottobre 2023 e, ad oggi, si tiene la seconda edizione del festival”.

In che modo, in base alla vostra esperienza, si possono sensibilizzare le istituzioni e la società civile in riguardo all’inclusione sociale e lavorativa delle persone con autismo?

“Le istituzioni si possono contaminare positivamente, portando alla loro attenzione quello che, di buono e di bello, già esiste, mostrandolo come modello da seguire e da incentivare. Esse devono avere come obiettivo l’eliminazione di tutti i cavilli e delle problematiche che non facilitano il processo di inclusione. La società civile, invece, va sensibilizzata nei confronti di un tema che sembra così distante dalla realtà ma che, di fatto, oggi, con l’autismo in particolare, lambisce un bambino ogni 77 di quelli nascono in Italia. Quindi, tale tema, è più esteso di quello che, comunemente, si pensa. Di fatto, favorire l’inclusione delle persone con autismo, contribuisce a donare un riverbero positivo sulla società civile allargata. Le persone con autismo, inserite all’interno delle realtà lavorative, sono in grado di percepire in anticipo se, un determinato contesto, ha delle disfunzionalità. Pertanto, favorire l’inclusione a livello lavorativo di queste persone crea, di fatto, un miglioramento per la società stessa e quindi, estendere queste tematiche al grande pubblico e a farlo avvicinare a tali argomenti, porta di fatto un miglioramento generale sul fronte delle politiche di attenzione alla fragilità e dei valori che, ognuno di noi, può portare in diversi contesti”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro su questi temi? Che messaggio vuole lanciare “In & Aut Festival”?

“Il nostro auspicio per il futuro è l’allargamento macchia d’olio della rete di ‘In & Out festival”. Ad oggi, tale realtà, è già molto popolata, basti pensare che, nell’edizione di quest’anno saranno presenti più di 60 organizzazioni provenienti da tutta Italia: i ministeri, le regioni e le varie realtà che si sono associate per rappresentare una parte del bisogno delle persone con autismo. Ci saranno poi tantissimi genitori, ma anche molte persone con autismo che parteciperanno al Festival. Quindi desideriamo che, questa grande rete, si possa allargare sempre di più per diventare, da un lato, rappresentativa portando alle istituzioni le problematiche emergenti. Vorremmo poi favorire i processi di inclusione, facilitando la raccolta dei bisogni e la realizzazione sui vari territori di sperimentazioni che avvicinino le famiglie alle istituzioni e a soprattutto ai servizi di cui hanno bisogno. Pertanto, al seguito del Festival, partirà questa grande iniziativa di road show in tutte le regioni italiane, proprio per mettere insieme il basso e l’alto, ossia ascoltare i bisogni delle associazioni e delle famiglie, con la finalità di metterle insieme con le istituzioni regionali locali e, di conseguenza, farne politiche attive di inclusione. Il Festival è per tutti e di tutti. L’invito, per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questa tematica, è di venire a scoprire quanto di bello e di buono si può fare mettendosi tutti insieme, seguendo un principio di sussidiarietà circolare che permette a ciascuna componente della società civile di funzionare al meglio perché c’è un altro che il tratto di strada mancante affinché si possa arrivare tutti insieme al grande obiettivo comune, ovvero garantire l’inclusione a tutti”.