La speranza di un futuro di pace libero dalle armi nucleari

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

La Giornata Internazionale per l’eliminazione delle armi nucleari ha un significato importantissimo ed è il frutto di una decisione dell’Assemblea Generale dell’Onu che, nel settembre 2013, ha assunto una specifica risoluzione per ricordare a tutti di adottare con urgenza una “convenzione globale” su tali dispositivi d’arma al fine di proibirne il possesso, lo sviluppo, la minaccia o il ricorso alle stesse, nonché di provvedere alla totale distruzione di quelle esistenti. Tale celebrazione, pertanto, ha l’intento di fare da filo conduttore tra tutti i trattati in materia di disarmo esistenti e, di conseguenza, vuole essere una data simbolica tra un passato di dialogo tra le diverse potenze e un futuro di pace libero dalle armi nucleari.

Attualmente, nel mondo, vi sono più di 13 mila ordigni nucleari disponibili, contro i poco più di 60 mila che c’erano durante la Guerra Fredda, poco prima dell’inizio del processo di disarmo. Quindi, ad oggi, ci troviamo in una fase avanzata ma, in considerazione della crescente conflittualità internazionale, l’intera umanità sta regredendo. L’impegno di Civiltà dell’Amore, pertanto, è profondamente segnato nella promozione di un processo di pacificazione e disarmo che era stato intrapreso e quasi completato prima del 2022.

Auspico che, in futuro, i potenti della Terra, smettano di darsi ultimatum a vicenda e si impegnino per perseguire un processo di pace globale. Quest’ultimo deve partire dai cristiani che, senza ulteriori esitazioni, devono prendere piena coscienza del fatto che ci troviamo a un bivio: dobbiamo impegnarci affinché le armi nucleari siano convertite in energia di pace ed evitare una guerra con tutte le nostre forze. Lo dobbiamo ai nostri figli: abbiamo una responsabilità morale da cui non possiamo sottrarci.