Burkina Faso, missione per la gioventù a rischio

Il Centro Pelican dei Padri Bianchi, "riparo sicuro" per giovani in situazioni vulnerabili

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Foto di jorono da Pixabay

Il centro Pélican è stato fondato in Burkina Faso nel 1992 da padre Edouard Duclos, missionario d’Africa. Il pellicano è il simbolo dei Padri Bianchi. L’animale non avendo più cibo offre il proprio sangue ai suoi piccoli. Così come i tanti missionari morti martiri per il popolo di Dio. Il nome Missionari d’Africa e Missionarie di Nostra Signora d’Africa, racconta l’agenzia missionaria vaticana Fides, esprime perfettamente la vocazione dell’ordine: nati in Africa e per l’Africa, sono una Società di vita apostolica composta da preti e fratelli laici consacrati. Solidali con gli africani, attenti ai loro problemi e impegnati per il loro avvenire. “Un luogo dove poter trovare un ‘riparo sicuro’, un simbolo di speranza per i giovani in difficoltà che vengono per studiare e allo stesso tempo incontrano sacerdoti con cui condividere le loro fatiche”. Si tratta appunto del Centro Studi Pelican a Paspanga, un piccolo villaggio tra Burkina Faso e Niger. Ne è direttore padre Augustine Rotshak Gonsum, sacerdote dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi) che offre formazione umana, sociale, intellettuale e spirituale.

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Foto di James Wiseman su Unsplash

Burkina solidale

“La maggior parte dei nostri studenti proviene da famiglie povere che non hanno un posto dove poter studiare – ha raccontato il missionario all’agenzia Fides. Alcuni sono orfani che vivono con i loro parenti senza alcun sostegno concreto. Altri hanno lasciato i loro villaggi a causa degli attacchi terroristici e vivono con i loro genitori e amici. Ci sono anche tanti che hanno abbandonato la scuola per anni per svariati motivi. Nel nostro Centro trovano supporto anche i giovani sfollati interni o che non hanno una casa. E che spesso si ritrovano soli e senza un adulto a cui rivolgersi”. Tuttavia, il Centro Pelican non è solo un luogo di studio. “Il nostro è anche luogo di ritrovo, incontro e promozione umana – spiega. padre Augustine. Giovani di diverse religioni, fuori dai loro templi o moschee, si incontrano per affrontare insieme diverse tematiche. Nel corso dell’anno organizziamo sessioni e incontri nei quali si parla tra l’altro di pace, riconciliazione, coesione sociale, dialogo interreligioso, ecologia e crisi climatica. Non mancano giornate culturali nelle quali ci confrontiamo sui nostri valori, le nostre tradizioni e costumi. Parliamo anche dello sviluppo delle competenze, la fiducia in se stessi, il rispetto di sé e come integrarsi nella nostra società in costante cambiamento. Accogliamo e aiutiamo anche i ragazzi che hanno fallito più volte gli esami di diploma BEPC (Brevet d’Etude de Premier Cycle) o BAC (Baccalauréat). Offrendo loro lezioni secondo il curriculum educativo nazionale. Abbiamo una biblioteca che dispone di alcuni libri scolastici, romanzi, libri religiosi”.

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Foto di Allen Meki su Unsplash

Spazi

“Naturalmente – evidenzia il Padre Bianco – oltre ad essere un luogo di scambio e di promozione umana, il Centro conserva la sua dimensione spirituale. È innanzitutto un luogo di incontro con Dio. Abbiamo una cappella aperta tutti i giorni dove studenti e altri provenienti dall’esterno possono entrare per pregare. Anche gli studenti non cattolici possono praticare liberamente la propria fede utilizzando spazi e stanze liberi”.